Borsa di Milano: differenze tra le versioni

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===Dalla nascita ai primi 50 anni===
La "Borsa di commercio" di Milano fu istituita nel [[1808]] dal [[viceré]] del [[Regno d'Italia]] [[napoleonico]] [[Eugenio di Beauharnais]]. Si trattava di una borsa di commercio tradizionale, in cui si negoziavano valute, merci, titoli del debito pubblico e metalli preziosi.
Gli operatori autorizzati erano gli [[agente di cambio|agenti di cambio]] ed i sensali, categorie che erano già soggette a regolamentazione<ref>Giorgio Pivato, ''Il mercato mobiliare'', Milano, Giuffré, 1965, pagg. 561-4</ref>.
 
La sede iniziale fu presso il [[Palazzo del Monte di Pietà (Milano)|Palazzo del Monte di Pietà]]<ref name="Fondazione Borsa Milano">soldionline.it (http://www.soldionline.it/guide/mercati-finanziari/curiosita-borsa-milano)</ref>.
Sebbene le contrattazioni fossero ridotte, lo spazio era troppo ristretto e così già nel settembre del [[1809]] si decise di trasferire gli scambi in [[Piazza Mercanti]] presso il [[Palazzo dei Giureconsulti]], che ospitò la Borsa di Milano per quasi un secolo.
 
Dopo il periodo [[Napoleone Bonaparte|napoleonico]] Milano ritornò a essere controllata dagli Austriaci, parte del [[Regno Lombardo-Veneto]] e un decreto imperiale del maggio [[1816]] ribadì i compiti e finalità della Borsa.
 
Sono attestati bollettini di borsa a partire dagli anni quaranta dell'Ottocento<ref>Giorgio Pivato, ''Il mercato mobiliare'', Milano, Giuffré, 1965, pag. 565</ref>.
 
Il progetto di statuto del 1850 confermava che a metà del secolo le caratteristiche del mercato milanese erano ancora quelle di quarant'anni prima. Infatti, venivano indicati come oggetti di negoziazione le cambiali, i biglietti all'ordine, i pagherò, la seta in bozzoli, l'oro, l'argento, ogni altra mercanzia, le azioni industriali, gli effetti pubblici nazionali ed esteri. Gli intermediari ammessi erano gli agenti di cambio, i sensali di seta ed i sensali di mercanzie<ref>Giorgio Pivato, ''Il mercato mobiliare'', Milano, Giuffré, 1965, pag. 572</ref>.
 
La prima società privata in assoluto a quotarsi in Borsa a Milano fu la [[LVCI]] nel 1858, società austriaca che si occupava della gestione delle ferrovie nel [[Regno Lombardo-Veneto]]<ref name="Prima società quotata in Borsa">historytour.it (http://www.historytour.it/default.php?idp=s&ids=2&iddoc=61&tipodoc=articolo)</ref>.
 
===Dall'unità d'Italia al secondo conflitto mondiale===
Nei primi decenni dopo l'[[Unità d'Italia]] quella di Milano non era la borsa più importante d'Italia, infatti la [[Borsa di Genova]] era di gran lunga la più importante del nuovo regno<ref name=Aleotti30>Alessandro Aleotti, ''Borsa e industria. 1861-1989: cento anni di rapporti difficili'', Milano, Comunità, 1990, pag. 30</ref>.
 
Dopo la nascita dell'Italia unita, alla Borsa di Milano vennero quotate, con l'intermediazione di banche su base azionaria come il [[Credito Mobiliare]] e la Banca Generale e molte case bancarie private milanesi, come Achille Villa, Burocco Casanova, [[Giulio Bellinzaghi]], [[Banca Zaccaria Pisa|Zaccaria Pisa]], Vonviller & C., Weill-Schott, ingenti quantità di titoli di debito statali, necessari a ripagare gli sforzi finanziari sostenuti per l'unificazione, a cui si aggiunsero titoli di poche grandi società private come banche, compagnie ferroviarie e assicurazioni.
 
Nel 1860, appena dopo l'annessione di Milano allo stato sabaudo, il bollettino di borsa menzionava solo due titoli azionari, quelli della [[Banca Nazionale nel Regno d'Italia]] e quelli delle [[Società anonima delle strade ferrate della Lombardia e dell'Italia Centrale|Strade ferrate lombardo-venete]]<ref>Giorgio Pivato, ''Il mercato mobiliare'', Milano, Giuffré, 1965, pag. 566</ref>.
 
Nel 1863 si aggiunsero altri sei titoli azionari, fra cui quelli del [[Credito Mobiliare]] e quelli della [[Società per le Strade Ferrate Meridionali]] (oggi [[Bastogi (azienda)|Bastogi]]<ref name="Quotazione Società per le strade ferrate meridionali">bastogi.com (http://www.bastogi.com/it/Storia/)</ref>). Nel 1868 fu quotata la [[Regia Tabacchi]]. Nel 1871 il listino si arricchì di altri sei titoli, fra cui quelli della [[Banca Generale]]<ref name=Aleotti45>Alessandro Aleotti, ''Borsa e industria. 1861-1989: cento anni di rapporti difficili'', Milano, Comunità, 1990, pagg. 45-9</ref>.
 
Nel 1873 gli scambi alla Borsa di Milano raggiunsero il valore complessivo di un miliardo e mezzo di lire, contro i 3 miliardi della Borsa di Genova<ref name="mob">Caroline Fohlin, ''Mobilizing Money: How the World's Richest Nations Financed Industrial Growth'', Cambridge University Press, 2012, pag. 37</ref>.
 
Tra i maggiori titoli industriali entrati nel listino di Milano tra il 1880 e il 1895 ci furono le azioni e le obbligazioni della [[Società Italiana per le Strade Ferrate del Mediterraneo]] (oggi [[Mittel]]), della [[Navigazione Generale Italiana]], delle [[Acciaierie di Terni|Acciaierie e fonderie di Terni]], della [[Società generale immobiliare]]<ref name=Aleotti45/>.
 
La [[seconda rivoluzione industriale]] in Italia si manifestò con un po' di ritardo anche a causa della mancanza di materie prime e della non facilità di capitali mobilitabili. Nonostante questo gli ultimi due decenni dell'Ottocento, in particolare dal 1895, furono caratterizzati da una crescita economica e industriale molto intensa. Questa crescita fu promossa dal governo e da personalità lungimiranti come l'ingegner [[Giuseppe Colombo (ingegnere)|Giuseppe Colombo]]<ref name=Aleotti36>Alessandro Aleotti, ''Borsa e industria. 1861-1989: cento anni di rapporti difficili'', Milano, Comunità, 1990, pagg. 36-8</ref>. I capitali vennero erogati da banche milanesi di nuova costituzione, come la [[Banca Commerciale Italiana]] (1894-5) e il [[Credito Italiano]] (1895); la Borsa venne scelta quale via per il convogliamento di capitali nelle grandi imprese e alcune banche si specializzarono appunto in questa funzione di intermediazione e garanzia verso il pubblico.
In conseguenza dello sviluppo industriale la piazza di Milano affiancò [[Borsa di Genova|quella di Genova]] come principale mercato finanziario del regno<ref name=Aleotti30/>. Così i titoli azionari quotati a Milano aumentarono dai 23 del [[1895]] ai 54 del [[1900]], per toccare i 160 titoli nel [[1913]].
 
Questa crescita del mercato mobiliare sul finire del [[XIX secolo]] rese il Palazzo dei Giureconsulti non più sufficiente ad accogliere tutti gli operatori, così fu deciso di realizzare un nuovo edificio specificatamente destinato a sede della borsa in [[Piazza Cordusio]]. [[Palazzo Broggi]] (opera di [[Luigi Broggi]], oggi sede centrale milanese delle [[Poste Italiane]]) venne inaugurato nel [[1901]].
 
La [[Panico del 1907|Crisi economica del 1907]] travolse la Borsa di Genova e di conseguenza, a partire da un momento compreso fra il 1909 ed il 1911, la Borsa di Milano si trovò ad essere la piazza finanziaria più importante d'Italia.
Perciò, a partire dal 1910, iniziarono ad essere quotate alla Borsa di Milano le azioni di molte società che avevano la sede in altre aree geografiche, come le società immobiliari romane, le compagnie di navigazione e gli zuccherifici genovesi, le assicurazioni triestine e veneziane. Perciò quella milanese iniziò a configurarsi come la borsa di tutt'Italia.
 
Questa crescita del mercato mobiliare sul finire del [[XIX secolo]] rese il Palazzo dei Giureconsulti non più sufficiente ad accogliere tutti gli operatori, così fu deciso di realizzare un nuovo edificio specificatamente destinato a sede della borsa in [[Piazza Cordusio]]. [[Palazzo Broggi]] (opera di [[Luigi Broggi]], oggi sede centrale milanese delle [[Poste Italiane]]) venne inaugurato nel [[1901]]<ref name="Palazzo Broggi">turismo.milano.it (http://www.turismo.milano.it/wps/portal/tur/it/arteecultura/architetturaemonumenti/palazzivilleecastelli/Palazzo_posta_ex_borsa)</ref>.
 
La [[Panico del 1907|Crisi economica del 1907]] travolse la Borsa di Genova e di conseguenza, a partire da un momento compreso fra il 1909 ed il 1911, la Borsa di Milano si trovò ad essere la piazza finanziaria più importante d'Italia<ref name=Doria>Giorgio Doria, ''Investimenti e sviluppo economico a Genova alla vigilia della Prima Guerra Mondiale'', Milano, Giuffré, 1973, vol. II, pagg. 306-8</ref>.
Perciò, a partire dal 1910, iniziarono ad essere quotate alla Borsa di Milano le azioni di molte società che avevano la sede in altre aree geografiche, come le società immobiliari romane, le compagnie di navigazione e gli zuccherifici genovesi, le assicurazioni triestine e veneziane. Perciò quella milanese iniziò a configurarsi come la borsa di tutt'Italia<ref>Giorgio Pivato, ''Il mercato mobiliare'', Milano, Giuffré, 1965, pag. 568</ref>.
 
Alla metà degli [[anni 1920|anni venti]] Palazzo Broggi si decise che non bastava più e nel [[1928]] venne assegnata a [[Paolo Mezzanotte]] la realizzazione della nuova (e ultima) sede: [[Palazzo Mezzanotte]], in [[Piazza degli Affari|Piazza Affari]], che fu inaugurato nel [[1932]]<ref name="Inaugurazione Palazzo Mezzanotte">turismo.milano.it (http://www.turismo.milano.it/wps/portal/tur/it/arteecultura/architetturaemonumenti/palazzivilleecastelli/palazzo_mezzanotte)</ref>. {{vedi anche|Palazzo Mezzanotte}}
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Nel dopoguerra il paese visse il [[Miracolo economico italiano|boom economico]] e anche la borsa milanese per tutti gli [[anni 1950|anni cinquanta]] visse un periodo di ritrovata espansione domestica, nonostante il fatto che l'Italia perseguisse la continuazione della chiusura al mercato internazionale di capitali; in cui questa fase si assistette anche alla comparsa di rampanti speculatori come [[Michelangelo Virgillito]] (scalate alla [[Liquigas]], [[Lanerossi]], [[Assicuratrice Italiana]]) e poi la vicenda di [[Michele Sindona]]. A causa della perdurante disattenzione del governo ai temi dell'investimento borsistico in titoli industriali che di fatto privilegiava i titoli del debito pubblico, cui si aggiungevano i perduranti ostacoli normativi alla libertà di movimento di capitali, nei due decenni successivi la borsa vide una fase di stagnazione.
 
Nel [[1974]] fu istituita la [[Commissione Nazionale per le Società e la Borsa|Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB)]]<ref name="Nascita CONSOB">consob.it ({{cita web |url=http://www.consob.it/main/consob/Chi_e/index.html |titolo=Copia archiviata |accesso=27 ottobre 2016 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160920055453/http://www.consob.it/main/consob/Chi_e/index.html |dataarchivio=20 settembre 2016 }})</ref>.
 
Nel [[1978]] su impulso della [[Banca d'Italia]] nasce [[Monte Titoli]] con lo scopo di avere un deposito unico degli strumenti finanziari di diritto italiano.
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===La privatizzazione e la nascita di Borsa Italiana S.p.A.===
 
Con la legge 2 gennaio 1991 n.1, venne approvata la riforma dei mercati mobiliari<ref name="La legge 2 1991">gazzettaufficiale.it (http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1991/01/04/091G0003/sg)</ref>. Questa portò all'istituzione del Consiglio di Borsa, con sede a Milano, che raccoglieva tutte le funzioni di organizzazione del mercato precedentemente gestite dai vari organi locali<ref name="Consiglio di Borsa">bankpedia.org (http://www.bankpedia.org/index.php/it/90-italian/c/19339-consiglio-di-borsa)</ref>.
 
Nel 1996, con il decreto legislativo 23 luglio n.415, venne definitivamente sancito il completo passaggio di tutte le attività di organizzazione e gestione dei mercati regolamentati dall’autorità pubblica all’impresa privata<ref name="Il Dgls 96/415">camera.it (http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/96415dl.htm)</ref>.
 
A seguito di queste introduzioni, il 7 febbraio 1997 nacque la società privata [[Borsa Italiana]] S.p.A., con sede a [[Milano]], che accorpò definitivamente tutte le borse valori locali presenti in Italia e alla quale venne affidata l'organizzazione e la gestione di tutti i mercati regolamentati allora presenti. La società è operativa dal 2 gennaio 1998<ref name="Nasce Borsa Italiana S.p.A.">bankpedia.org (http://www.bankpedia.org/index.php/it/88-italian/b/18798-borsa-italiana-spa)</ref>.
 
==Note==