Arco a ferro di cavallo: differenze tra le versioni

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La forma visigota fu adottata e migliorata dagli [[Omayyadi]], che accentuarono la curvatura dell'arco e aggiunsero colori alternati per rimarcare l'effetto dato dalla forma. Ciò può essere facilmente notato nella loro opera più importante, la [[Grande moschea di Cordova]].<ref name="archnet.org">{{Cita web|url=http://archnet.org/library/dictionary/entry.jsp?entry_id%3DDIA0025%26mode%3Dfull|titolo=Archived copy|accesso=30 ottobre 2008|urlmorto=yes|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110525061153/http://archnet.org/library/dictionary/entry.jsp?entry_id=DIA0025&mode=full|dataarchivio=25 maggio 2011}}</ref> Questo tipo di arco a ferro di cavallo in seguito si diffuse in tutto il Califfato e nelle aree adiacenti, e fu impiegato dai successivi emirati della penisola, i [[taifa]], nonché dagli [[Almoravidi]], dagli [[Almohadi]] e dai Nasridi del [[sultanato di Granada]], nonostante fossero usati anche archi a forma di lobo, smussati e acuti fossero usati all'epoca. Anche i [[Mozarabi]] adottarono questo stile di arco nella loro architettura e nei loro manoscritti miniati.
 
Gli archi a ferro di cavallo furono adoperati anche nella [[Grande moschea di Qayrawan]], ad [[Al-Qayrawan]] e, in una forma leggermente appuntita, nella [[Moschea di Ibn Khalun]], in [[Tunisia]], nella moschea [[Università al-Qarawiyyin]] in [[Marocco]]. Lo stile [[mudéjar]], sviluppatosi tra il XII e il XVII secolo, continuò la tradizione degli archi a ferro di cavallo nella penisola iberica, cominciata nel VII secolo con i Visigoti.
 
Oltre al suo utilizzo nel mondo islamico, l'arco a ferro di cavallo diventò popolare nei Paesi occidentali al tempo della [[rinascita moresca]]. Esso fu ampiamente usato nelle sinagoghe risalenti a questo periodo. Questi archi sono anche una tipicità dell'[[architettura indo-saracena]], uno stile associato all'[[impero anglo-indiano]].