Lautenwerk: differenze tra le versioni

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Questi prototipi vennero perfezionati fra la seconda metà del [[XVII secolo]] e la prima metà del [[XVIII secolo|XVIII]] dai costruttori Johann Nicolaus Bach, Johann Christoph Fleischer, Zacharias Hildebrandt, Johann Georg Gleichmann e Christian Ernst Friderichi, i quali ne svilupparono le caratteristiche tecniche dotandoli di un registro da 8' e di uno da 4'.<ref name=Cande342>{{Cita|Candé|p. 342.}}</ref> Fleischer realizzò anche uno strumento più grande, dotato di registri da 16', 8' e 4' e chiamato ''theorbenflugel''.<ref>{{cita web|url=http://www.baroquemusic.org/barluthp.html|titolo=The baroque lute-harpsichord|accesso=2 febbraio 2014}}</ref>
 
Del ''lautenwerk'' si trova una descrizione abbastanza minuziosa nel capitolo ''Von Lautenwerken und Glockenspielen'', scritto da [[Johann Friedrich Agricola]] e pubblicato nel [[1768]] all'interno del trattato di [[Jakob Adlung]] ''Musica Mechanica Organoedi''.<ref name=Cande342/>
 
Secondo Rudolf Bunge, [[Johann Sebastian Bach]], da sempre appassionato di «strumenti nuovi, insoliti e complessi»,<ref>{{cita |Buscaroli|p. 1056.}}</ref> si era fatto costruire da un cembalaro anonimo un ''lautenwerk'' fra il [[1717]] e il [[1723]], periodo durante il quale era a servizio presso la [[Anhalt-Köthen|corte di Cöthen]].<ref name=Cande342/> Anni dopo, Bach commissionò a Zacharias Hildebrandt un altro ''lautenwerk'' a [[Lipsia]], che fu pronto nel [[1739]].<ref name=romane/> I due strumenti sono citati, fra i molti altri, nell'inventario dei beni di proprietà di Bach redatto dopo la sua morte, nel [[1750]].<ref>{{cita|Basso|p. 759.}}</ref>
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Il [[Timbro (musica)|timbro]], a causa della presenza di corde in budello, era simile a quello del [[liuto]] e della [[tiorba]], e dunque più morbido rispetto a quello del clavicembalo.<ref name=Cande342 /> Secondo Jakob Adlung il timbro era talmente simile a quello di un liuto che, suonando insieme i registri da 8' e da 4', sarebbe stato addirittura possibile «ingannare i suonatori di liuto professionisti».<ref name=Cande342/>
 
Del ''lautenwerk'' si trova una descrizione abbastanza minuziosa nel capitolo ''Von Lautenwerken und Glockenspielen'', scritto da [[Johann Friedrich Agricola]] e pubblicato nel [[1768]] all'interno del trattato di [[Jakob Adlung]] ''Musica Mechanica Organoedi''.<ref name=Cande342/>. Johann Friedrich Agricola, all'interno del trattato di Adlung, riferisce che quest'ultimo ne aveva visto un modello a [[Lipsia]] nel [[1740]], costruito da Zacharias Hildebrandt su richiesta di Johann Sebastian Bach, e lo descrive come simile a un clavicembalo, ma di forma diversa e dimensioni leggermente minori.<ref name=Cande342/> Sempre secondo Agricola, ogni tasto faceva suonare due cori di corde in budello più una in ottone, allo scopo di consentire una maggiore durata dei suoni.<ref>{{cita|Buscaroli|p. 1054.}}</ref>
 
Lo strumento, comunque, non ebbe mai effettiva diffusione nel mondo della musica, restando sempre allo stato di mera curiosità sperimentale.<ref name=Cande342/>