Charlotte de Robespierre: differenze tra le versioni

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|PostNazionalità = , sorella dei noti rivoluzionari francesi [[Maximilien de Robespierre|Maximilien]] e [[Augustin de Robespierre]]
|Immagine = Charlotte Robespierre.jpg
|Didascalia = Charlotte de Robespierre nel 1790 circa.
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Liberata dopo due settimane di prigionia dal Comitato di sicurezza generale termidoriano, andò ad abitare presso degli amici, la famiglia Mathon. La figlia di Mathon l'amava come se fosse stata sua madre. Divenne inoltre intima amica di [[Giuseppina di Beauharnais]], quando era solo la moglie del generale [[Alessandro di Beauharnais|Beauharnais]]. Dal 1803 ottenne da [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]], che l'aveva conosciuta a Nizza insieme al fratello minore, un modesto sussidio, addebitato ai conti speciali del ministero dell'interno diretto da Fouché, che le fu ridotto sotto la [[Restaurazione francese|Restaurazione]] per ordine di [[Luigi XVIII di Francia|Luigi XVIII]], soppressa il 1º gennaio 1823 ma ristabilita, sotto [[Carlo X di Francia|Carlo X]], dal ministro [[Jean-Baptiste Gaye|Martignac]]. Sopravvissuta quarant'anni ai due fratelli, morì povera il 1º agosto 1834, all'età di 74 anni, tra la famiglia Mathon, alla cui figlia, con [[testamento olografo]] del 6 febbraio 1828, lasciò in eredità alcuni modesti mobili ed effetti personali, e fu sepolta nel [[cimitero di Montparnasse]] due giorni dopo. La tomba non esiste più dalla fine degli anni trenta.
 
Lasciò in eredità tutti i suoi scritti e documenti al giovane repubblicano [[Albert Laponneraye]], conosciuto nel 1832, quando questi aveva pubblicato un primo volume dei discorsi di Robespierre. Laponneraye pubblicò subito le memorie di Charlotte con alcune sue integrazioni, trasfigurandola in una sacerdotessa del robespierrismo. Pochi mesi dopo apparve una seconda edizione e una terza nel 1840, all'interno dei quattro volumi delle ''Opere'' di Robespierre curate da Laponneraye.<ref>Gérard Walter, ''Robespierre'', pp. 599-600.</ref>
 
== Scritti ==