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Un giorno, a [[Roma]], Scarpetta assiste a una rappresentazione de ''[[La figlia di Iorio]]'', un dramma di [[Gabriele D'Annunzio]], e decide di realizzarne [[Il figlio di Iorio|una parodia]] in chiave comica. Nonostante il parere contrario di Rosa, Eduardo ne scrive il copione e poi si reca in [[Toscana]] per chiedere a D'Annunzio, allora ritenuto il poeta più importante di tutta Italia, il consenso alla messa in scena dello spettacolo. Il Vate sembra essere accondiscendente nei confronti di Scarpetta e si mostra molto divertito dalle sue trovate, ma di fatto concede solo un ambiguo assenso verbale. Scarpetta prosegue quindi nella realizzazione della [[parodia]]. Durante la prima, approfittando di una ''dèfaillance'' della prima attrice, un gruppo di intellettuali vicini a D'Annunzio (tra i quali [[Roberto Bracco]] e [[Ferdinando Russo]]) iniziano a protestare rumorosamente contro Scarpetta, colpevole di aver [[plagio|plagiato]] il dramma originale al solo scopo di screditarlo. Eduardo è costretto a interrompere la recita e mettere in scena un altro spettacolo. Poco tempo dopo questi avvenimenti la [[Società Italiana degli Autori ed Editori]] querela Eduardo Scarpetta per [[contraffazione]] de ''La figlia di Iorio'': ne nascerà un'annosa vicenda giudiziaria che avrà ripercussioni sulla vita artistica e personale del commediografo.
 
Eduardo tenta in ogni modo di attirarsi le simpatie dei giovani intellettuali napoletani come [[Salvatore Di Giacomo]], [[Libero Bovio]] e [[Ernesto Murolo]] (quest'ultimo forse suo ennesimo figlio illegittimo), organizzando feste a [[Villa La Santarella]], la sua ricca magione: questo però ha come solo risultato l'inasprimento delle antipatie nei suoi confronti da parte di costoro, che ritengono il teatro scarpettiano troppo popolare per essere annoverato tra le forme d'arte. L'unico a schierarsi dalla sua parte è [[Benedetto Croce]], il quale gli presterà aiuto nell'iter processuale. Nel frattempo nuove difficoltà affliggono la famiglia di Eduardo: Peppino, messo a balia in campagna, viene richiamato a vivere in città, ma trova numerose difficoltà nell'integrarsi e soprattutto a confrontarsi con la forte personalità dello zio/padre; Luisa intanto rimane nuovamente incinta, ma la bambina nasce morta. Intanto a Napoli, con l'apertura del [[Salone Margherita (Napoli)|Salone Margherita]] e l'avvento del [[cinema|cinematografo]], la commedia viene sempre più messa da parte: Eduardo deve quindi sopportare il tradimento di [[Gennaro Pantalena]], suo storico amico e collega, che lascia la sua compagnia per recitare nel dramma ''[[Assunta Spina]]'' di Salvatore di Giacomo. ancheAnche suo figlio Vincenzo vorrebbe affrancarsi da lui per fare cinema, e tra i due nasce un forte conflitto.
 
Arriva il giorno dell'udienza. Durante l'interrogatorio, Eduardo si esibisce in un vero e proprio spettacolo comico durante il quale, con toni ironici e brillante gestualità, rivendica il proprio diritto alla [[satira ]] e mette in ridicolo D'Annunzio e i suoi accusatori, difendendo vigorosamente la propria arte. Così facendo riesce ad accativarsi le simpatie del pubblico e della [[giuria]], che infine lo assolverà da tutte le accuse. La vittoria in tribunale, tuttavia, non sarà sufficiente: pochi mesi dopo Eduardo Scarpetta si ritirerà dalle scene, lasciando a Vincenzo la guida della compagnia. I fratelli De Filippo diventeranno invece i più importanti attori napoletani del XX secolo, ed Eduardo in particolare diverrà uno dei più influenti commediografi del mondo.