Lanza (famiglia): differenze tra le versioni

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Il capostipite della famiglia fu [[Blasco Lanza]] (chiamato anche Lancia), insigne giurista, stretto collaboratore del vicerè spagnolo [[Ugo di Moncada]] e capostipite dei principi di [[Trabia]], conti di [[Mussomeli]], divenuti a partire dal [[XVII]] Lanza-Branciforte, avendo incamerato per matrimonio i beni e i titoli dei Branciforte [[Principato di Butera|principi di Butera]]. Egli rivendicò di essere discendente dai Lanza baroni di Longi, ma l'affermazione rimane dubbia<ref name="Zapperi"/>.
 
Questo casato, tuttora fiorente, fu nei secoli al vertice della nobiltà siciliana.
Questo casato, tuttora fiorente, fu nei secoli al vertice della nobiltà siciliana. Il principe [[Pietro Lanza di Scordia e Butera]] fu uno dei capi della [[rivoluzione siciliana del 1848]] e fu ministro dell'istruzione, ministro degli esteri del [[Regno di Sicilia (1848-1849)]] e ultimo [[presidente del Consiglio dei ministri]] del governo indipendentista. Il nipote [[Pietro Lanza di Scalea]] fu un importante uomo politico e diplomatico dell'[[età giolittiana]], mentre il fratello [[Giuseppe Lanza di Scalea|Giuseppe]] fu sindaco di [[Palermo]] dal 1920 al 1924.
Giovanni Forti Natoli, barone di S.Bartolomeo, figlio del Conte Blasco Natoli Lanza, comprò il [[castello di Sperlinga]] e Re [[Filippo IV di Spagna|Filippo IV]] gli concesse nel [[1622]] per sé e per i suoi discendenti, il titolo di principe, e il privilegio di ''"potervi fabbricare terre"'': questi farà incidere nella roccia del castello l'iscrizione postuma, risalente ai vespri siciliani: ''"Quod Siculis placuit, sola Sperlinga negavit"''.
 
Questo casato, tuttora fiorente, fu nei secoli al vertice della nobiltà siciliana. Il principe [[Pietro Lanza di Scordia e Butera]] fu uno dei capi della [[rivoluzione siciliana del 1848]] e fu ministro dell'istruzione, ministro degli esteri del [[Regno di Sicilia (1848-1849)]] e ultimo [[presidente del Consiglio dei ministri]] del governo indipendentista. Il nipote [[Pietro Lanza di Scalea]] fu un importante uomo politico e diplomatico dell'[[età giolittiana]], mentre il fratello [[Giuseppe Lanza di Scalea|Giuseppe]] fu sindaco di [[Palermo]] dal 1920 al 1924.
 
L'ultimo discendente diretto del ramo principesco di Trabia fu il celebre dandy [[Raimondo Lanza di Trabia]], nipote del deputato e senatore principe [[Pietro Lanza di Trabia|Pietro]] e della moglie [[Florio|Giulia Florio]], della nota famiglia di imprenditori palermitani, definito l'"ultimo dei Gattopardi"<ref>M. Sorgi ''Il grande dandy: Vita spericolata di Raimondo Lanza di Trabia, ultimo principe siciliano'' Milano 2011</ref>.