Accenture: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 42:
Nel [[2000]], la Andersen Consulting ha superato un ricavo superiore a 9.5 miliardi di [[dollaro|$]] e ha superato i 75.000 impiegati in 47 paesi,<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.accenture.com/Global/About_Accenture/Company_Overview/History/AccentureLeader.htm|editore=accenture.com|titolo=Accenture: The Growth of a Global Leader|accesso=14 dicembre 2010|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100414055255/http://www.accenture.com/global/about_accenture/company_overview/history/accentureleader.htm|dataarchivio=14 aprile 2010|urlmorto=sì}}</ref> mentre la ''Arthur Andersen'' 9,3 miliardi di dollari con oltre 85.000 impiegati in tutto il mondo nel [[2001]].
 
Nel corso degli [[anni 1990|anni novanta]] aumentò la tensione tra la Andersen Consulting e la Arthur Andersen. Andersen Consulting pagava alla Arthur Andersen fino a 15% del suo profitto ogni anno (una condizione per la divisione del 1989 era che l'azienda con più profitti, la AA o la AC, pagasse all'altra questa quota), mentre allo stesso tempo la Arthur Andersen stava facendo concorrenza alla Andersen Consulting attraverso il suo nuovo servizio di consulenza chiamato Arthur Andersen Business Consulting. La disputa arrivò ad un punto cruciale nel 1998 quando la Andersen Consulting chiese la rottura del contratto con la AWSC e la Arthur Andersen. La Andersen Consulting depositò la quota del 15% e le successive in un fondo, e chiese la rottura del contratto. Nell'agosto del 2000, la decisione della [[cameraCamera di commercioCommercio americanadegli Stati Uniti]] chiuse la vertenza, permettendo alla Andersen Consulting di rompere tutti i contratti con la AWSC e la Arthur Andersen. Come decisione dell'arbitrato, la Andersen Consulting dovette pagare la somma depositata nel fondo (circa 1,2 miliardi di dollari) alla Arthur Andersen, e venne richiesto il cambio del nome: il risultato fu la nuova denominazione Accenture.
Quattro ore dopo che l'arbitraggio aveva dato la sua decisione, il CEO dell'Arthur Andersen, [[Jim Wadia]] immediatamente si dimise. Analisti industriali e docenti di economia allo stesso tempo videro l'evento come una completa vittoria per la Andersen Consulting.<ref>{{cita web|url=https://www.nytimes.com/2000/08/08/business/worldbusiness/IHT-arbitrators-ruling-goes-against-accounting-arm.html|titolo=Arbitrator's Ruling Goes Against Accounting Arm: Consultants Win Battle Of Andersen|autore=Martin Mitchell|editore=The New York Times|data=8 agosto 2000|lingua=en|accesso=14 dicembre 2010}}</ref> Jim Wadia avrebbe spiegato i motivi delle sue dimissioni solo anni dopo alla facoltà d'economia di [[Harvard Business]], ovvero che il consiglio d'amministrazione della Arthur Andersen aveva deliberato che avrebbe dovuto dimettersi se non avesse ottenuto almeno un incremento di 4 miliardi di dollari (sia tramite negoziazione o tramite decisione dell'arbitrato) per la separazione, da qui le sue rapide dimissioni quando la decisione venne annunciata.