Filiberto Menna: differenze tra le versioni

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Verso la fine degli [[anni 1960|anni '60]] era stato il riferimento culturale del [[movimento artistico]] della [[pittura analitica]]<ref>Alberto Mugnaini, Pittura analitica, [[Flash Art]], n.273, dicembre 2008 – gennaio 2009 [https://web.archive.org/web/20150225172844/http://www.flashartonline.it/interno.php?pagina=articolo_det&id_art=273&det=ok leggi online]</ref>
 
Risale agli anni fra il Sessanta e il Settanta l'interesse per il [[Surrealismo]], che nel corso dell'anno accademico 1972-73 fu al centro delle attività dell'Istituto di Storia dell'Arte dell'Università di Salerno diretto da Filiberto Menna, che nell'ateneo salernitano è stato titolare della cattedra (la prima in Italia) di storia dell'arte contemporanea e preside della Facoltà di Magistero fino al trasferimento, avvenuto nel 19801978, alla facoltà di Architettura di Roma<ref>[https://www.treccani.it/enciclopedia/filiberto-menna_(Dizionario-Biografico)/ leggi online su Enciclopedia Treccani, Menna, Filiberto, Edoardo Piersensini - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 73 (2009)] </ref>. Un passaggio, questo, che ha segnato la fine dell'intensa stagione salernitana dello studioso, caratterizzata oltre che da una dinamica attività accademica, da un coraggioso impegno politico e istituzionale documentato dai saggi raccolti nel volume ''Dentro e fuori. Intellettuali e istituzioni'', pubblicato alla vigilia della conclusione del mandato al consiglio regionale campano, dove Menna era stato eletto come indipendente nelle liste del P.C.I..
 
È del 1975 il suo libro più noto, ''La linea analitica dell'arte moderna'', costantemente riproposto per la lucidità e l'originalità del suo impianto teorico, cui segue, nel 1980 una riflessione sullo statuto della critica (''Critica della critica'') . Nel 1982 pubblica ''Quadro critico. Dalle avanguardie all'Arte Informale''.