Discorsi a tavola: differenze tra le versioni

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== Stile, contenuti e contesto ==
I ''Discorsi a tavola'' raccolgono sia [[Aforisma|aforismi]] caratterizzati da concisione ed efficacia espressiva, sia testi dalla maggiore ampiezza argomentativa; alcune trascrizioni riportano affermazioni di Lutero isolate dal contesto, a volte brevi e [[Aneddoto|aneddotiche]], altre conservano il carattere originale di frammenti di conversazione. Ma dalDal punto di vista della forma letteraria, più che di veri e propri discorsi a tavola si dovrebbe qui parlare di "[[Apoftegma|apoftegmi]]", cioè di detti brevi e sentenziosi inquadrati in una piccola cornice narrativa<ref>{{Cita|Ferrario 2017|p. 8}}.</ref>. Il tono generale è quello vivace della lingua parlata, tutt'altro che solenne, anzi quotidiano e familiare, a volte volgare. La conversazione alla tavola di Lutero si svolge in parte in latino e in parte in tedesco, com'era comune tra gli studiosi dell'epoca, passando continuamente dall'una all'altra lingua anche nello spazio dello stesso periodo: si tratta di uno stile [[Latino maccheronico|maccheronico]] tedesco-latino che appartiene anche alle lettere di Lutero<ref>{{Cita|Schäufele 2017|p. 590}}.</ref>.
 
I temi sono molto vari. Troviamo informazioni sulla vita di Lutero, sulle sue condizioni personali ed esperienze religiose, discussioni di problemi teologici e questioni ecclesiastiche, commenti sulla situazione politica, insegnamenti sulla condotta cristiana in varie situazioni della vita, professioni, ambiti della convivenza sociale<ref name=":3">{{Cita|Hillerbrand}}.</ref>. Oltre a questo, i discepoli che sedevano alla tavola di Lutero con il taccuino in mano non trascuravano nemmeno le conversazioni relative agli argomenti più bassi: desiderosi di trasmettere alla posterità ogni battuta del maestro, nulla era per loro troppo banale<ref>{{Cita|Smith 1907|pp. 12-13}}.</ref>. I ''Discorsi a tavola'' comprendono perciò anche battute di spirito e osservazioni estemporanee e non ponderate.