Alessandro Magno: differenze tra le versioni

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All'epoca della nascita di Alessandro, sia la [[Regno di Macedonia|Macedonia]] sia l'[[Epiro]] erano ritenuti dai [[greci]] dei regni semi-barbarici, posti all'estrema periferia settentrionale del mondo ellenico.
 
La sua [[nutrice]] fu Lanice, sorella di quel [[Clito il Nero]] che in seguito divenne uno dei suoi più fidati generali.<ref>{{cita libro|Marta |Sordi |Responsabilità, perdono e vendetta nel mondo antico|p. 145|1998 |Vita e Pensiero| |isbn=978-88-343-0081-7}}</ref> Il padre Filippo volle dare al figlio un'educazione greca e, dopo [[Leonida d'Epiro|Leonida]] (che il suo allievo giudicò avaro){{#tag:ref|Una volta Alessandro regalò a Leonida incenso e mirra, pregandolo in tal modo di smettere con la sua avarizia. {{Cita|Plutarco, Vita di Alessandro|25, 5|Plutarco}}.|group=N}} e [[Lisimaco]] (con cui Alessandro legò molto rischiando una volta la vita per salvarlo),<ref name=Fox37>{{cita|Lane Fox|p. 37}}.</ref> scelse come suo maestro il filosofo greco [[Aristotele]], che lo educò per 3 anni, dal [[343 a.C.]] al [[340a341 a.C.]].<ref>{{cita|Musti|p. 621}}.</ref>{{#tag:ref|Aristotele era imparentato con [[Ermia di Atarneo]], con cui poco prima Filippo aveva instaurato una pace strategica; infatti dal suo territorio si doveva partire per l'attacco alla Persia e i genitori di entrambi (Nicomaco e [[Aminta II]]) si conoscevano. Si veda {{cita libro|Plutarco||Vite parallele - Alessandro e Cesare, pag. 46-47|2009|[[Rcs MediaGroup|BUR]], ventitreesima edizione| |isbn=978-88-17-16613-3}}|group=N}} Aristotele probabilmente insegnò ad Alessandro le scienze naturali, la medicina, l'arte e la lingua greca, e inoltre sappiamo che preparò per lui un'edizione annotata dell'''[[Iliade]]''{{#tag:ref|Denominata «della cassetta»; alcuni, come [[Strabone]] (XIII, 1,27) affermano che fosse stata scritta dai compagni di Alessandro, Callistene e Anassarco. Altri sostengono che il conquistatore stesso avesse contribuito alla sua stesura|group=N}}, che Alessandro portò con sé per tutta la sua campagna in [[Persia]]. I rapporti tra allievo e maestro, anche se con alti e bassi, continuarono grossomodo assidui e amichevoli per diverso tempo, anche dopo la partenza di quest'ultimo; solo verso la fine della sua vita, Alessandro cominciò a diffidare di lui.<ref>{{Cita|Plutarco, Vita di Alessandro|8, 4-5|Plutarco}}.</ref>
 
Non si sa fino a che punto gli insegnamenti di Aristotele abbiano influito sul pensiero di Alessandro. Sembra molto probabile che non potessero esservi molti punti di incontro tra i due: le teorie politiche di Aristotele erano quelle classiche della grecità, fondate sulla concezione antica e provinciale della città-stato, che ad Alessandro, che come il padre sognava di unificare la grecità intera sotto un'unica guida, dovevano stare ben strette.