Scamilli inpares: differenze tra le versioni

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'''''Scamilli inpares''''' è un termine impiegato da [[Marco Vitruvio Pollione|Vitruvio]] nel suo ''[[De architectura|De Architectura]]'' che si riferisce a un dispositivo di correzione ottica della linea orizzontale offerta dallo stilobate, concettualmente analogo all’entasis applicata alle colonne. Il significato del termine, impiegato esplicitamente in due passi (iii, 4.5<ref>{{Cita web|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_architectura/Liber_III#Caput_Quartum|titolo=De architectura/Liber III - Wikisource|sito=la.wikisource.org|accesso=2020-09-27}}</ref>; v, 9.4<ref>{{Cita web|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_architectura/Liber_V#Caput_Nonum|titolo=De architectura/Liber V - Wikisource|sito=la.wikisource.org|accesso=2020-09-27}}</ref>) e indirettamente in un altro (iii, 5.8<ref>{{Cita web|url=https://la.wikisource.org/wiki/De_architectura/Liber_III#Caput_Quintum|titolo=De architectura/Liber III - Wikisource|sito=la.wikisource.org|accesso=2020-09-27}}</ref>) del trattato vitruviano, rimase a lungo incerto, essendo andate perdute già nel Medioevo le tavole illustrative annesse al testo originale.
 
L’interpretazione ha generato fra gli eruditi un dibattito che dal Cinquecento si è protratto fino a metà Ottocento soprattutto a causa dell’errata interpretazione del termine stilobate (che indica il piano di imposta delle colonne e non il loro basamento) e che si è risolto solo parzialmente con l’indagine archeologica<ref name=":0">{{Cita libro|autore=Sergio Bettini|curatore=Giorgio Cerboni Baiardi|titolo=Bernardino Baldi urbinate (1553-1617)|annooriginale=2003|editore=Accademia Raffaello|città=Urbino|pp=227-250|capitolo=Bernardino Baldi e Vitruvio}}</ref>. Ad oggi non esiste un'interpretazione definitiva.