Effetto fotoelettrico: differenze tra le versioni

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Sulla priorità della scoperta tra i due scienziati si accese una disputa, riportata sulle pagine del [[Nuovo Cimento]]. La comunità scientifica tagliò corto e risolse la controversia chiamando il fenomeno ''effetto Hertz-Hallwachs''. Fu poi [[Albert Einstein|Einstein]], nel [[1905]], a darne l'interpretazione corretta, intuendo che l'estrazione degli [[elettroni]] dal [[metallo]] si spiegava molto più coerentemente ipotizzando che la [[radiazione elettromagnetica]] fosse costituita da pacchetti di [[energia]] o [[quanti]], poi denominati [[fotoni]].
 
L'ipotesi quantistica di [[Einstein]] non fu accettata per diversi anni da una parte importante della comunità scientifica, tra cui [[Hendrik Lorentz]], [[Max Planck]] e [[Robert Millikan]] (vincitori del [[Premio Nobel per la fisica]], rispettivamente, nel [[1902]], [[1918]] e [[1923]]), secondo i quali la reale esistenza dei [[fotoni]] era un'ipotesi inaccettabile, considerato che nei fenomeni di [[Interferenza (fisica)|interferenza]] le [[radiazioni elettromagnetiche]] si comportano come [[Onda|onde]].<ref>"La fisica di Amaldi", vol. 3, Elettromagnetismo, fisica atomica e subatomica, ed. Zanichelli, 2012, cap. 13 (la teoria quantistica) pag. 416.</ref> L'iniziale scetticismo di questi grandi scienziati dell'epoca non deve sorprendere dato che perfino [[Max Planck]], che per primo ipotizzò l'esistenza dei [[quanti]] (anche se con riferimento agli [[atomi]], che emettono e assorbono "pacchetti di energia"), ritenne, per diversi anni, che i quanti fossero un semplice artificio matematico e non un reale fenomeno fisico.<ref>"La fisica di Amaldi", vol. 3, cit., pag. 408.</ref> Ma, successivamente, lo stesso [[Robert Millikan]] dimostrò sperimentalmente l'ipotesi di Einstein sull'energia del [[fotone]], e quindi dell'[[elettrone]] emesso, che dipende soltanto dalla [[frequenza]] della radiazione,<ref>"Fotoni pesanti" di Murphy Frederick V. e Yount David E., "Le Scienze" n. 38, ott. 1971, pag. 66.</ref> e nel [[1916]] effettuò uno studio sugli [[elettroni]] emessi dal [[sodio]] che contraddiceva la classica teoria ondulatoria di [[James Clerk Maxwell|Maxwell]].<ref>" La Fisica di Amaldi ", vol. 3, cit., pag.411.</ref>
 
L'aspetto corpuscolare della luce fu confermato definitivamente dagli studi sperimentali di [[Arthur Holly Compton]]. Infatti il fisico statunitense nel [[1921]] osservò che, negli urti con gli [[elettroni]], i [[fotoni]] si comportano come [[Particella (fisica)|particelle]] materiali aventi [[energia]] e [[quantità di moto]] che si conservano;<ref>“Fotoni pesanti”, "Le Scienze" n. 38/1971 cit.</ref> nel [[1923]], pubblicò i risultati dei suoi esperimenti ([[effetto Compton]]) che confermavano in modo indiscutibile l'ipotesi di Einstein: la [[radiazione elettromagnetica]] è costituita da [[quanti]] (fotoni) che interagendo con gli [[elettroni]] si comportano come singole particelle.<ref>"La fisica di Amaldi", vol. 3, cit., pagg. 416 - 417.</ref> Per la scoperta dell'[[Effetto Compton|effetto omonimo]], Compton ricevette il [[premio Nobel]] nel [[1927]].
 
Per i suoi studi sull'effetto fotoelettrico e la conseguente scoperta dei [[quanti]] di [[luce]], [[Einstein]] ricevette il [[Premio Nobel per la fisica]] nel [[1921]].<ref name="Ref_s">[https://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1921/index.html The Nobel Prize in Physics 1921]</ref>
 
== Descrizione ==