Mohammad Sa'id Sarmad: differenze tra le versioni

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+luogo morte
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|PostNazionalità = di origini ebreo-armene che visse in epoca [[Impero safavide|safavide]]
}}
Studiò alla scuola filosofica di [[Esfahan]], dove si convertì all'[[Islam]], e verso il 1630-33 si trasferì in [[India]], dove frequentò il filosofo [[Dara Shikoh]]. Morì giustiziato con l'accusa di [[ateismo]] o [[apostasia]] per ordine dell'imperatore [[moghul]] [[Aurangzeb]].<ref>{{Cita web|url=https://www.tribuneindia.com/2007/20071007/spectrum/book1.htm|titolo=The Sunday Tribune - Books|sito=www.tribuneindia.com|accesso=2022-04-06}}</ref>
 
== Biografia ==
Originario di una famiglia armena di religione ebraica di Kashan, si convertì dapprima all’Islam, poi visse da [[Ascetismo|asceta]] in India, ispirandosi ai tipici mistici erranti.<ref>{{Cita web|url=https://web.archive.org/web/20090418163505/http://www.poetry-chaikhana.com/S/Sarmad/index.htm|titolo=Sarmad : Poems and Biography|sito=web.archive.org|data=2009-04-18|accesso=2022-04-06}}</ref> Parlava [[Lingua armena|armeno]], [[Lingua ebraica|ebraico]], [[Lingua persiana|persiano]] e [[Lingua araba|arabo]], quest'ultimo appreso alla scuola di Esfahan con [[Mir Damad]] e [[Mulla Sadra]],<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Rakshat Puri|autore2=Kuldip Akhtar|anno=1993|titolo=Sarmad, The Naked Faqir|rivista=India International Centre Quarterly|volume=20|pp=65-78|lingua=en}}</ref> ed è possibile che avesse imparato alcune lingue locali in India, specie a [[Lahore]], a [[Hyderabad]] e a [[Delhi]]. Divenne guida spirituale di [[Dara Shikoh]], erede al trono del sultano [[Shah Jahan]] e filosofo che predilesse il dialogo tra Islam e [[induismo]], ispirato dagli insegnamenti di [[Akbar]].
 
Nel 1659 [[Aurangzeb]] prese il potere con la forza e decretò la condanna a morte di suo fratello Dara Shikoh e di Sarmad. Quest'ultimo viene definito ''Hallāj-e Thāni'' ("secondo [[Al-Hallaj|Hallāj]]") nel mondo indo-persiano in quanto, similmente al noto mistico eretico crocefisso a [[Baghdad]] nel 922, anch'egli fu eretico, giustiziato e raccolse una gran fama dopo la sua morte. Secondo [[Annemarie Schimmel]],<ref>{{Cita libro|autore=A. Schimmel|titolo= Mystische Dimensionen des Islam. Die Geschichte des Sufismus|editore=Diederichs|città=Monaco di Baviera|anno=1992|pp=512-513|lingua=de}}</ref> Sarmad "seguiva la tradizione di Hallāj, vedeva [[Iblīs|Iblis]] (Satana) come un vero monoteista e si sentiva attratto verso la condanna a morte come ultimo scopo della vita", attrazione che condivise anche con i mistici [[Ayn al-Qudat Hamadani]] e [[Imadaddin Nasimi]]. Il mausoleo di Sarmad si trova presso la [[Jama Masjid]] di Delhi, dove ogni anno l'anniversario della sua morte viene ancora oggi commemorato.