Ignazio Pirastu: differenze tra le versioni

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Fu vicepresidente della [[Commissione parlamentare]] d'inchiesta sui fenomeni della [[criminalità]] in Sardegna ("Commissione [[Giuseppe Medici|Medici]]"), della cui legge istitutiva fu primo firmatario<ref>[http://www.camera.it/_dati/leg04/lavori/stampati/pdf/44470001.pdf Proposta di legge]</ref>. Al termine dei lavori scrisse il saggio "''Il [[Banditismo sardo|banditismo]] in Sardegna''", per i tipi della [[Editori Riuniti]] di [[Roma]] (1973).
 
Nel [[1957]] fu oggetto di una richiesta di [[autorizzazione a procedere]], per la comminazione di un'ammenda di L. 20.000 per circolazione (l'8 gennaio 1954) con autovettura con il faro destro spento e la targa d'immatricolazione non illuminata<ref>[http://legislature.camera.it/_dati/leg02/lavori/stampati/pdf/002_342001.pdf La richiesta in archivio della Camera]</ref>.
 
Lasciata l'attività parlamentare diventa responsabile del dipartimento per i problemi dello [[sport]] nella Direzione del Partito Comunista Italiano. Contrario alla trasferta a [[Santiago del Cile|Santiago]] della [[squadra italiana di Coppa Davis]] per disputare la finale della manifestazione nello stadio dove il regime di [[Augusto Pinochet|Pinochet]] torturava gli oppositori, partecipò a un dibattito televisivo con il capitano non giocatore [[Nicola Pietrangeli]]. Fu poi costretto a dare il suo assenso alla presenza italiana in finale su consiglio di [[Enrico Berlinguer]] che aveva ascoltato il parere di alcuni [[Partito Comunista Cileno d'Azione Proletaria|comunisti cileni]]<ref>[https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/05/09/davis-76-comunisti-cileni-convinsero-il.html La Repubblica, 9 maggio 1996]</ref>.