Satyāgraha: differenze tra le versioni

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Il ''satyagraha'' può anche essere definito una forma di lotta politica e sociale (per Gandhi vi è una forte identità tra i due termini), dotata della massima efficacia se utilizzata per fini nobili e degni; risulta, invece, inutile o dannosa per chi lo pratica per [[egoismo]] o brama.
 
Nel pensiero ''satyagraha'' vi è identità tra fine e mezzo, a dispetto di ogni concezione "[[Machiavellismo|machiavelliana]]": per raggiungere una meta giusta l'unico modo è quello di usare metodi pacifici e nonviolenti, con amore verso il "nemico" contro cui è diretto. Il ''satyagraha'' eleva e purifica chi lo pratica e chi lo riceve. Esso distingue il peccato dal peccatore e, mentre verso il primo si scaglia con tutta la sua forza, verso il secondo si comporta fraternamente: il suo obiettivo non è la distruzione dell'avversario, ma la sua convinzione (con-vincere, vincere con), e la pacifica convivenza di entrambi. Chi pratica il Satyagraha intende dare forza all'avversario che usando motodimetodi violenti èsia in realtà debole e per questo necessita della forza spirituale che si sprigiona durante un'azione nonviolenta.
 
Nel ''satyagraha'' vi è una forte tensione morale: i valori sono una componente fondamentale del pensiero e dell'azione, in ogni campo (sociale, politico, religioso, economico, culturale, ecc.). Vi è inoltre un forte distacco dai desideri e dalle passioni (intese in senso negativo), in quanto un eccesso indurisce il cuore dell'uomo, lo sporca e lo stanca.