Storia della psicologia: differenze tra le versioni

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=== La psicologia in Italia ===
Nel 1905, la nascita del periodico scientifico [[Rivista di Psicologia]] ad opera di [[Giulio Cesare Ferrari]], il bando delle prime tre cattedre di discipline psicologiche che sanciva l’ingresso della psicologia nell’Università italiana, e il V Congresso Internazionale di Psicologia a Roma, con il quale la comunità scientifica riconosceva ufficialmente l’esistenza di una psicologia italiana di livello internazionale, furono tra degli eventi fondativi nella storia della psicologia in Italia.
Per la nascita ufficiale della Psicologia italiana si può far capo alla S.I.P. Società Italiana di Psicologia, che nasce a [[Ginevra]] nel [[1909]] - durante il VI Congresso Internazionale di Psicologia - con il fine di costituire una rappresentanza scientifica per l'Italia nei consessi della psicologia internazionale. La [[Rivista di Psicologia]], fondata nel [[1905]] da [[Giulio Cesare Ferrari]], pubblica nel [[1910]] il programma di fondazione della S.P.I., sigla che dal 1960 diverrà S.I.P.S. - Società Italiana di Psicologia Scientifica.
 
Per laLa nascita ufficiale della Psicologia italiana sifarà puòcapo far capoperò alla S.I.P. Società Italiana di Psicologia, che nasce a [[Ginevra]] nel [[1909]] - durante il VI Congresso Internazionale di Psicologia - con il fine di costituireistuire una rappresentanza scientifica per l'Italia nei consessi della psicologia internazionale. La [[''Rivista di Psicologia]], fondata nel [[1905]] da [[Giulio Cesare Ferrari]]'', pubblicapubblicherà nel [[1910]] il programma di fondazione della S.P.I., sigla che dal 1960 diverrà S.I.P.Ss. - Società Italiana di Psicologia Scientificascientifica.
 
Ma già nella seconda metà del [[1800]] diversi studiosi e ricercatori, soprattutto di matrice filosofica, avevano avuto rapporti importanti e continui con la psicologia internazionale apportanto solidi contributi di pensiero. Risale infatti al [[1870]] un testo di [[Roberto Ardigò]]: ''Psicologia come scienza positiva'' nel quale lo studioso, che aveva da poco abbandonato la tonaca, prendeva posizione sulla questione del rapporto tra pensiero e sensazione, differenziandosi da fondamenti dogmatici.<br>