Tallasio: differenze tra le versioni

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Quando l'[[imperatore romano]] [[Costanzo II]] si trovò a dover affrontare la ribellione di [[Magnenzio]] in occidente, decise di elevare al rango di ''[[cesare (titolo)|caesar]]'' dell'Oriente il cugino [[Costanzo Gallo]], uno dei pochi membri della [[dinastia costantiniana]] sopravvissuti alle purghe del [[337]]. Per controllare meglio il cugino, decise di affiancargli degli uomini di propria fiducia: Tallasio, che aveva combattuto contro Magnenzio, venne nominato [[prefetto del pretorio]] d'Oriente ([[351]]), dunque comandante in capo dell'esercito, mentre [[Monzio Magno]] divenne capo della gerarchia civile. Il prefetto inviava regolarmente rapporti sull'operato del cesare all'imperatore.
 
In una occasione accadde che Gallo ordinasse la condanna a morte di un certo Clemazio di [[Alessandria d'Egitto]], condanna eseguita dal ''comes orientis'' [[Onorato (prefetto)|Onorato]], il quale, però, andò poi a rapporto da Tallasio: il prefetto del pretorio protestò per l'ingerenza di Gallo in questioni che non lo riguardavano (il comminare una condanna a morte), sia con Gallo che direttamente con Costanzo. Poiché [[Costantina]], la moglie di Gallo, aveva ottenuto la condanna di Clemazio in quanto pagata dalla suocera dell'alessandrino, molti membri del concilio cittadino di [[Antiochia]] accusarono loro colleghi con i quali erano in contrasto: Gallo li condannò a morte con l'accusa di aver speculato sul prezzo del grano, e solo l'intervento di Tallasio fece sì che questi esponenti del concilio cittadino fossero salvati, ribadendo la propria giurisdizione.
 
Tallasio morì di morte naturale nel 353, succeduto da [[Domiziano (prefetto del pretorio)|Domiziano]]. Ebbe un figlio omonimo, anche lui nemico di Gallo e perciò odiato da [[Giuliano (imperatore romano)|Giuliano]], il quale, però, lo perdonò.