Pandosia Bruzia: differenze tra le versioni

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*[[Acri]] è stata identificata con Pandosia da diversi studiosi del [[XIX secolo]] e del [[XX secolo]]Il più antico quartiere della città è Pàdia dove è ubicata la chiesa matrice Santa Maria Maggiore antica Sancta Maria de Padiae.<ref>[[François Lenormant]], ''Paisage et Historie - La Grande Grecè'', 1881-1884, pp.442-446; Davide Andreotti Loria, ''Storia dei Cosentini, monografia sul nome di Acri'', ''L'avanguardia'', X, nn.3-8, 1895; Ubaldo Valbusa, s.v. ''Acri'', in ''Enciclopedia Italiana Treccani'', Roma 1929 Vol I p.424; Albert Forbiger: ''Handbuch der alten Geographie'', Leipzig 1842, volume III pp.750,776; Francesco Grillo, ''Italia antica e medioevale. Ricerche storiche di geografia storica'', in ''Calabria Nobilisssima'', V, 1951, nn.6-12; 6, 1952, n.21; 7, 1953; Cesare Cantù: Storia Universale Doc. 8, p.218; Leopoldo Pagano "La selva Calabra" ms 27395, bibl. Civ. Cosenza p.11, Giulio Cesare Recupito, "De Vesuviano Incendio Nuntivs", Ivlio Caesare Recupito Neapolitano e Societate Iesusuviana, Neapoli, Ex Regia Egidii Longhi, 1632 (Elenc.FV.C.I.II.25 Invent.6958.Università degli Studi Salerno)</ref>. In scavi condotti negli anni 1999, 2000 e 2002, sono stati rinvenuti i resti di due grossi insediamenti bruzii, con oggetti di uso quotidiano, con fornaci per la fabbricazione della ceramica e resti di ville romane del [[II secolo a.C.]]. Tuttavia [[Stefano di Bisanzio]], nel [[V secolo]], la cita come città della [[Iapigi|Iapigia]], distinta da Pandosia<ref>[[Gabriele Barrio]], ''De antiquitate et situ Calabriae'', Roma: apud Iosepheum de Angelis, [[1571]], V, p. 398.</ref>.
* Il popoloso quartiere di Pàdia insieme alla sua chiesa viene documentato dalle Platee della Diocesi di Cosenza-Bisignano a partire dal 1264-69 ad opera del Vescovo Ruffino da Bisignano documentate nel regestro Diocesano n°5058-5081,"Ecclesia Sanctae Mariae de Padiae"nel documento del (De Leo) viene confusa come chiesa censuale,mentre nel registro diocesano del 1271,apparteneva come giurisdizione al vescovo di Bisignano,per diritti feudali,dallo stesso [[Carlo I d'Angiò]],la decima su alcuni castelli ed università compresa la stessa Bisignano.Nella successiva Platea del 1324 del [[D.Vendola]],viene censita nelle chiese(Rationes Decimarum) e chiamata"Sanctae Mariae dictae terrae (scl.Acrii)"Maior Ecclesiae,quam tenet D.Scipio de Bernaudo,D Hyeronimus Pertinimus, e Jacobus Grecus", citata fra le 14 chiese censite.E poi documentata nella Platea cinquecentesca e così descritta"Ecclesiae Sanctae Mariae de Pàdia quam tenet D.Franciscu Casalibus de civitate Bisignani" (c.62v). De Leo "Un Feudo vescovile nel Mezzogiorno Svevo pag.48 Platea 1324; De Vendola "Rationes decimarum Italia", nei secoli XIII e XV,Apulia,Lucania,Calabria,studii e testi n°197,Città del Vaticano 1939 n°5081.
*Scavi condotti dalla Sovrintendenda Archeologica della Calabria,condotte dal prof.Renato Peroni dir della Catterda di Protostoria persso l'università La Sapienza di Roma,del prof. A. Vanzetti dir. della Cattedra di Archeologia dell'Università della Calabria di Cosenza,e della dott.M A. Castagna archeologa di Perugia.
 
==Note==