Monselice: differenze tra le versioni

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L'Ottocento vede la città di Monselice affacciarsi all'epoca moderna. Purtroppo, nella logica ottocentesca le mura e le torri della città fortificata medioevale vengono considerate un ostacolo all'espansione urbana. Alla metà del secolo viene così abbattuto parte del perimetro esterno delle mura e le monumentali porte di accesso della città. Agli occhi dei visitatori dei giorni nostri si presentano comunque ampie testimonianze della città medioevale come la Torre Civica, buoni tratti di mura e soprattutto il monumentale complesso del Castello, ed è completamente intatto tutto il patrimonio edilizio del periodo veneziano.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel periodo dell'occupazione tedesca e della [[Repubblica Sociale Italiana]], la quindicenne Ida Brunelli Lenti di Monselice si rese protagonista di uno degli episodi più rimarchevoli nelladi spontanea resistenza civile italiana all'[[Olocausto]]. Entrata giovanissima a servizio di una famiglia ebrea ungherese allora residente a [[Castiglion Fiorentino]] (Arezzo) si trovo' a fare da mamma a tre bambini di pochi anni più giovani di lei, dopo che alla morte del loro padre (richiamato alle armi in [[Ungheria]] nel [[1942]] e mai piu' tornato) si aggiunse improvvisa per malattia quella della loro madre nel gennaio [[1944]]. Ida Brunelli non si perse d'animo: tenne nascosta a tutti l'identità ebraica dei bambini e li condusse con sé dalla propria madre a Monselice. Continuò a curarsi regolarmente dei bambini anche quando fu trovata per loro una sistemazione sicura in un istituto cattolico. Subito dopo la [[Liberazione]] si mise in contatto con la [[Brigata Ebraica]] accompagnando di persona i ragazzi fino al loro imbarco a [[Napoli]] per la [[Palestina]]. Per questo straordinario impegno di solidarietà, il 24 febbraio 1993, l'Istituto [[Yad Vashem]] di [[Gerusalemme]] ha conferito a Ida Brunelli Lenti l'alta onorificenza dei [[giusti tra le nazioni]].<ref>Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, ''I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45'' (Mondadori: Milano 2006), pp.157-58.</ref>
 
==Il Castello==