Doveri dell'uomo: differenze tra le versioni

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{{quote|Colla teoria dei diritti possiamo insorgere e rovesciare gli ostacoli; ma non fondare forte e durevole l'armonia di tutti gli elementi che compongono la Nazione. Colla teoria della felicità, del benessere dato per oggetto primo alla vita, noi formeremo uomini egoisti, adoratori della materia, che porteranno le vecchie passioni nell'ordine nuovo e lo corromperanno pochi mesi dopo. Si tratta dunque di trovare un principio educatore superiore a siffatta teoria che guidi gli uomini al meglio, che insegni loro la costanza nel sacrificio, che li vincoli ai loro fratelli senza farli dipendenti dall'idea d'un solo o dalla forza di tutti. E questo principio é il DOVERE. Bisogna convincere gli uomini ch'essi, figli tutti d'un solo Dio, hanno ad essere qui in terra esecutori d'una sola Legge - che ognuno d'essi, deve vivere, non per sé, ma per gli altri - che lo scopo della loro vita non é quello di essere più o meno felici, ma di rendere sé stessi e gli altri migliori - che il combattere l' ingiustizia e l'errore a beneficio dei loro fratelli, e dovunque si trova, è non solamente diritto, ma dovere: dovere da non negligersi senza colpa - dovere di tutta la vita.|[[Giuseppe Mazzini]], ''I Doveri dell'Uomo'', [[1860]]}}
 
==La concezione fascista dei Doveri dell'Uomo e successive evoluzioni==
L'idea mazziniana, basata sulla tradizione del pensiero democratico e sui principi dei diritti dell'uomo illuministici, secondo un'analisi marcatamente di tipo marxista, filosofia fortemente avversata da Mazzini, venne poi utilizzata, reinterpretandola strumentalmente per l'aspetto "responsabilizzante", anche da altre filosofie tra cui quella di [[Giovanni Gentile]] ed di[[Alfredo Rocco]] nella determinazione dei fondamenti della [[dottrina fascista]].