Bytecode: differenze tra le versioni

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Il bytecode può anche essere usato come [[rappresentazione intermedia (informatica)|rappresentazione intermedia]] di un [[Programma (informatica)|programma]] da far compilare a un tipo speciale di compilatore, chiamato [[compilatore just-in-time]] il quale traduce il bytecode in linguaggio macchina immediatamente prima dell'esecuzione del programma stesso, per velocizzarne l'esecuzione.
 
Un programma in bytecode è eseguito mediante un secondo programma che ne interpreta le istruzioni, questo ''interprete'' è spesso indicato con il termine [[macchina virtuale]], in quanto può essere visto dal programmatore come un computer astratto che realizza al suo interno gran parte delle funzionalità di un computer reale. Questa astrazione da la facoltà di scrivere programmi ''portabili'', programmi, cioè, che possono essere eseguiti su diversi tipi di [[Sistema operativo|sistemi operativi]] e di [[Architettura (computer)|architetture hardware]]. Questo è un vantaggio che hanno anche i [[Interprete (informatica)|linguaggi interpretati]], tuttavia un interprete di bytecode risulta essere molto più veloce di un interpete di un linguaggio ad alto livello, perché è un linguaggio con poche e semplici istruzioni e più vicino al modo di funzionamento dell'hardware del computer.
 
La prima implementazione di compilatore da codice sorgente a bytecode, nonché di interprete di bytecode, è stato il sistema [[Smalltalk]], sviluppato negli [[anni 1970]] al [[Xerox Palo Alto Research Center|centro di ricerca di Palo Alto della Xerox]].