La bufera e altro: differenze tra le versioni

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Composte nel clima di profondo sconvolgimento legato alla [[seconda guerra mondiale]], da un Montale estremamente pessimista e sfiduciato nei confronti della storia, le liriche di questa raccolta vedono come grande protagonista nuovamente la figura femminile, rilettura della donna "angelicata e angelicante" di reminiscenza [[Dante Alighieri|dantesca]] e più in generale, della poetica [[stilnovismo|stilnovista]]. In molte occasioni egli si rivolge, in una serie di drammatici dialoghi con l'assente, all'ebrea americana Irma Brandeis, da lui soprannominata [[Clizia (ninfa)|Clizia]], come la ninfa di cui narra [[Publio Ovidio Nasone|Ovidio]] nelle sue ''Metamorfosi'' e che in molte poesie incarna la figura salvifica della "donna angelo", del "visiting angel".
 
Al tono colloquiale e narrativo delle prime raccolte (si ricordi l' "ascoltami" della lirica "I limoni" nella raccolta ''Ossi di Seppia'', espressione dal tono decisamente discorsivo, intimo e sommesso) subentra una sintassi molto più complessa, di pari passo con il complicarsi della fitta rete di relazioni tra le cose.
 
In genere ilIl dato storico immediato, viene ora sublimato eè assunto nella sua valenza metafisica: la guerra e le ideologie che ne sono la causa non sono altro che la manifestazione concreta, tangibile, del "male di vivere" che coglie l'uomo e lo fa soggiacere alle amare leggi della natura, negativa in assoluto.
 
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