Alfa Romeo Grand Prix: differenze tra le versioni

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La costruzione di automobili ricominciò, nel [[1920]], con il nuovo marchio Alfa Romeo, riproponendo i modelli d'anteguerra, la cui vendita si dimostrò subito fiacca, sia per l'anzianità progettuale delle vetture, sia per il mancato ritorno pubblicitario dovuto all'assenza dalle competizioni.
 
La fase di riconversione industriale era in pieno svolgimento e sarebbe stato impensabile realizzare una vettura da competizione in tempi brevi. Fu per questo motivo che il nuovo proprietario dell'azienda, [[Nicola Romeo]], decise di riacquistare la "Grand Prix" e di affidarla alle cure di Merosi, per un veloce aggiornamento che consentisse dila parteciparepartecipazione a qualche gara, in attesa del nuovo modello.
 
La versione evoluta, ora denominata '''Alfa Romeo Grand Prix''', veniva accreditata di 102 hp e di una velocità massima vicina ai 150 km/h. Tra il 1920 ed il [[1921]], partecipò a numerose gare con discreti risultati, al [[Circuito del Mugello]], alla [[Parma]]-[[Berceto]] e al [[Circuito di Brescia]], condotta da [[Nino Franchini]], [[Antonio Ascari]] e [[Giuseppe Campari]]. Quest'ultimo, al [[Gentlemen Grand Prix di Brescia]], fu costretto al ritiro per una perdita di refrigerante dal [[Raffreddamento a liquido|radiatore]].