Storia di Belmonte Calabro: differenze tra le versioni
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Nel [[1798]], con l'occupazione francese di [[Napoli]], la fuga dei [[Borboni]] a Palermo e la conseguente proclamazione della [[Repubblica Partenopea]], i giacobini belmontesi insorsero piantando un albero della libertà nell'attuale Piazza [[Galeazzo di Tarsia]], sul retro della Collegiata, e abbandonandosi a eccidi e atrocità verso i borbonici. Con l'avanzata del [[cardinal Pietro Ruffo]], però, i giacobini belmontesi abbasseranno la cresta e anche Belmonte rientrò sotto la sovranità dei [[Borboni]].
Ma nel [[1806]] i francesi occuparono nuovamente Napoli, i Borboni scapparono ancora a Palermo e salì al trono partenopeo [[Giuseppe Bonaparte]], fratello di [[Napoleone]]. Le truppe del maresciallo Massena si disposero a conquistare la Calabria, ma un pugno di briganti frammisti ai resti dell'esercito regolare borbonico si barricò ad oltranza nei castelli di [[Fiumefreddo]], Belmonte e [[Amantea]].
Belmonte subì così un disastroso assedio, dove la valorosa resistenza dei contro-rivoluzionari venne macchiata dagli eccidi
Nel [[1816]] tornarono i Borboni al trono, e poi nel 1860 Belmonte venne annesso al regno d'Italia.
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Nel [[1930]] venne eretto il monumento a [[Michele Bianchi]].
▲Belmonte non è stato coinvolto nella [[Seconda guerra mondiale]].
[[Categoria:Belmonte Calabro]]
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