Hugo Schmeisser: differenze tra le versioni

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Il nome del padre di Hugo Schmeisser è strettamente legato a quello delle [[Mitragliatrice|mitragliatrici]] dell'impresa [[Bergmann (impresa)|Bergmann]] nel periodo che precede la [[Prima guerra mondiale]]. Hugo stesso studiò le basi della tecnica bellica in questa impresa, contribuendo poi con alcune innovazioni tecniche, per esempio lo sviluppo di una pistola automatica di calibro 7,63 mm e 9 mm. Durante la prima guerra mondiale Hugo Schmeisser rimase a Suhl; a causa dell'importanza decisiva della produzione di mitragliatrici fu indispensabile all'azienda per cui lavorava.
 
Dopo due anni di guerra, il fronte ad ovest si era completamente fossilizzato in una statica [[guerra di posizione]]. Con le normali carabine dell'epoca era impossibile ottenere un successo lanciandosi all'assalto dei nidi di mitragliatrice posti ad appena 100 metri dalle proprie linee. Gli assalti alla baionetta e il fuoco dell'artiglieria portarono a tremende perdite su entrambi i lati del fronte. Negli anni [[1917]] e [[1918]] Hugo Schmeisser sviluppò un'arma automatica con un raggio effettivo di 200 metri a proiettili per pistola: la [[MP18]] (''Maschinenpistole 18.I'') divenne l'equipaggiamento di base delle squadre che, nel Marzomarzo 1918, spezzarono il fronte nemico durante l'offensiva "''Michael''". Equipaggiati di soli MP, granate e pistola, le truppe mossero un assalto feroce senza curarsi della copertura sui fianchi e sul retro, con effetti devastanti per il nemico. Questa tattica nel campo della fanteria fu l'effettiva precorritrice delle strategie basate sui carri armati della [[seconda guerra mondiale]]. Dall'impresa Bergmann di Suhl furono prodotti in totale 35.000 pezzi dei nuovi ''MP18''.
 
==Seconda guerra mondiale==