BMC Ado 16: differenze tra le versioni

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Alla fine degli [[anni 1950|anni '50]], portato a termine il progetto [[Mini]] la BMC aveva l'esigenza di pensare ad un modello che, riprendendone i concetti fondamentali ([[trazione anteriore]], [[motore a scoppio |motore]] trasversale, [[cambio (meccanica)|cambio]] montato sotto il motore), si ponesse un gradino sopra come dimensioni, abitabilità e [[cilindrata]].
 
[[Alec Issigonis]], incaricato del progetto, tuttavia non s'accontentò di realizzare una copia in scala maggiore della ''Mini'', e volle dare alla nuova media BMC una personalità propria. Il colpo di genio furono le [[Sospensione (meccanica)|sospensioni]] a ruote indipendenti a bracci triangolari con sistema ''Hyrdrolastic''.
Lo schema prevedeva l'interconnessione tra la [[ruota]] anteriore e quella posteriore del medesimo lato attraverso un circuito idraulico. Al posto degli [[ammortizzatore|ammortizzatori]] c'erano delle sfere riempite per metà d'aria e per metà di liquido [[idraulica|idraulico]]: quando una [[sfera]] si comprimeva per effetto di uno scuotimento della ruota, l'aria in essa contenuta andava a spingere l'olio idraulico, attraverso il circuito d'interconnessione, verso l'altra ruota dello stesso lato.
I vantaggi di tale sistema erano, un miglior [[comfort]], un minor [[beccheggio]] in [[accelerazione]] e in frenata e una maggiore stabilità.