Bernardino Lanzani: differenze tra le versioni

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Egli si rifugia in un primo tempo, presso i [[Benedettini]] di ''S. Salvatore'' a [[Pavia]]. Nell’autunno del [[1526]] lo troviamo a [[Bobbio]], dove, il 21 ottobre, si impegna con regolare contratto a decorare sia l'interno che l'esterno della nuova grande chiesa, l’attuale [[Abbazia di San Colombano]] che i Benedettini di ''S. Giustina'' di [[Padova]], subentrati all’estinto ''[[San Colombano|Ordine di S. Colombano]]'' fin dal [[1448]], hanno costruito con l’aiuto finanziario di tutti i maggiori monasteri benedettini d’Italia.
 
Appena stipulato il contratto con l'[[abate]] per 550 lire dell'epoca, Bernardino si mette al lavoro. Il Monastero gli fornisce il ponteggio, i muratori che gli stenderanno la calce per l’affresco e gli imbianchini che gli scialberanno i muri per le tempere, come d’accordo. L’artista prevede di terminare il lavoro alla fine del 1527 o nei primi mesi del 1528, ma finirà l'opera attorno al [[1530]].
Il suo impegno non era solo quello di dipingere la chiesa nuova, bensì anche “il Paradiso” posto davanti la chiesa, con la volta della porta. Di questi ultimi dipinti non è rimasta purtroppo traccia.
Quest’ultimo “paradiso del monastero”, di cui Bernardino parla, potrebbe essere quello del [[chiostro]] interno del Monastero che nel [[1526]] non era ancora stato abbattuto. Sopra la porta dell’antico refettorio, c’è un dipinto che rappresenta il papa [[San Gregorio Magno]] circondato da cornici; sempre attribuito al Lanzani.