Orario cadenzato: differenze tra le versioni

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Le criticità dell’orario cadenzato sono le relazioni con trasbordo in un data stazione. A una prima analisi sembrerebbe che non vi debbano essere problemi in quanto se i treni passano a minuti fissi, le coincidenze che funzionano ad una certa ora funzioneranno anche in un'altra e così via. Ma come si realizza un funzionamento efficace di coincidenze?
La risposta è relativamente semplice, bisogna che le ''tracce'' del diagramma del moto dei treni, in un ''[[orario grafico'']] spazio-tempo, siano simmetriche e che le velocità di percorrenza delle tratte interessate siano uguali nei due sensi di marcia.
Se ciò accade, la ''traccia'' di ritorno risulta inclinata nel verso opposto rispetto a quella d’andata e, se il tempo di percorrenza è indipendente dal senso, le due tracce sono speculari, cioè il ritorno si ottiene ribaltando l'andata attorno a un asse di simmetria, cioè attorno a una retta verticale equidistante - punto per punto - dalle due tracce.
Si supponga di fissare la posizione di questo asse in modo che passi per il minuto :00, cioè per l'ora esatta. Così operando, se in andata il passaggio da una certa stazione si ha al minuto :40, 20min prima dell'ora, in ritorno il passaggio dalla stessa stazione si avrà 20min dopo l'ora. Da un punto di vista operativo, ciò significa che, una volta fissati gli orari di andata, quelli di ritorno sono stabiliti di conseguenza.