Dialetti calabresi: differenze tra le versioni

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I ''dialetti calabresi'' sono fra i dialetti italiani che più di altri hanno attirato l'attenzione degli studiosi per le proprie peculiarità e le radici in tempi antichi. L'evidente diversità linguistica nell'ambito della stessa regione, il rapporto tra impronta greca ([[Greco di Calabria|grecanica]]) e storia della Calabria, la più o meno precoce latinizzazione ed i "relitti" lessicali di altre lingue, la forte presenza della minoranza [[Arbëreshë|arbëreschë]], sono oggi argomento di studio e discussione di glottologi e linguisti. Chi voglia infatti paragonare i dialetti italiani della [[Calabria Ulteriore|Calabria meridionale]] con quelli parlati nella [[Calabria Citeriore|Calabria del nord]], non può non notare il forte contrasto esistente. Un esempio è la forma del tempo perfetto indicativo (che include passato remoto e passato prossimo italiani), che ha due forme nelle due diverse zone: nel Nord-Calabria è un tempo composto, simile al passato prossimo italiano; nel Sud-Calabria invece, è un tempo semplice che ricorda il passato remoto italiano, da cui il grande errore di chiamare "passato remoto" questo tempo anche in calabrese (in realtà equivale esattamente al perfetto latino, dal quale deriva). Infatti, anche un'azione non remota è espressa col tempo perfetto:
*''Mangia(v)i, mo vaju u fatigu'' = Ho mangiato, adesso vado a lavorare.
È comunque un luogo comune non vero (da film) l'idea dei calabresi che usano il passato remoto anche quando parlano in italiano (in questo caso usano normalmente i passati prossimo e remoto).
 
== Le origini ==