Agenda setting: differenze tra le versioni

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Tutte queste teorie, pur presentandosi in maniera coerente e plausibile, non sono mai state provate in seguito ad analisi accurate e questo, unitamente al fatto che spesso prendono spunto da elementi teorici ambigui, non ci dovrebbe permettere di farle assurgere a dati di fatto, a realtà acquisite nell'ambito di divulgazioni che esulino dal mondo accademico.
 
L'evidenza empirica risultante dalle analisi di comunicazione mostra che i media sono sì in grado di spostare l'attenzione del pubblico su determinati temi, ma non sembrano in grado di poter dire alle persone cosa pensare. Il processo che conduce a ciò non pare oltretutto così ovvio e gestibile dalla politica o dal potere costituito. Sembra inoltre doveroso far notare come si parli di media senza porre distinzioni e quindi come la teoria dell'agenda setting non sia da applicare solamente ai conglomerati mediali tradizionali, [[quotidiano|quotidiani]] o [[televisione|televisioni]], ma anche ad esempio ai [[blog]] oppure alle riviste online. Anch’esse, infatti, procedono alla creazione di una propria agenda soggettiva di tematiche da trattare e questa non è altro che il risultato di routine produttive e distorsioni inconsapevoli.
 
Procederemo ora ad un breve riepilogo dei risultati empirici ottenuti dalla teoria, in seguito proporremo una lista di criteri in base ai quali è stabilita un'ipotetica agenda setting e dimostreremo com’essi siano in toto applicabili a tutti i media, quelli considerati liberi inclusi.