Antonio Vivaldi: differenze tra le versioni

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[[Immagine:8097 - Venezia - Giorgio Massari, Chiesa della Pietà - Foto Giovanni Dall'Orto 8-Aug-2007.jpg|right|130px|Chiesa della Pietà.]]Relativamente all'abbandono dell'attività sacerdotale di Vivaldi, già da diverso tempo si sono diffusi pettegolezzi e leggende. In particolare in relazione all'aneddoto raccontato dal conte Grégoire Orloff: {{citazione necessaria|"''Una volta che Vivaldi diceva la Messa, gli viene in mente un tema di fuga. Lascia allora l'altare sul quale officiava, e corre in sacrestia per scrivere il suo tema; poi torna a finire la Messa. Viene denunciato all'Inquisizione, che però fortunatamente lo giudica come un musicista, cioè come un pazzo, e si limita a proibirgli di dire mai più Messa.''"}}. Tuttavia i veri motivi di questo ritiro sono spiegati dallo stesso Vivaldi in una lettera, datata 16 novembre 1737, scritta a Guido Bentivoglio d'Aragona: "''Sono venticinque anni ch'io non dico messa né mai più la dirò, non per divieto o comando, come si può informare Sua Eminenza, ma per mia elezione, e ciò stante un male che io patisco a nativitate, pel quale io sto oppresso. Appena ordinato sacerdote, un anno o poco più ho detto messa, e poi l'ho lasciata avendo dovuto tre volte partir dall'altare senza terminarla a causa dello stesso mio male. Ecco la ragione per la quale non celebro messa.''".}}
 
Nella Venezia del primo [[XVIII secolo]] l'opera era l'intrattenimento musicale più popolare e più redditizio per i compositori. C'erano parecchi teatri in concorrenza fra loro. Quello che fino a pochi anni fa si credeva il primo lavoro teatrale vivaldiano, ''[[Ottone in villa]]'' ([[RV 729]]), fu rappresentato al [[Teatro delle Grazie]] di [[Vicenza]] nel maggio del 1713. Nuove ricerche, comunque, spostano l'esordio operistico di Vivaldi almeno al 1705, anno in cui Vivaldi completò il [[Creso tolto alle fiamme]] di [[Girolamo Polani]] per il Teatro S.Angelo di Venezia<ref>cfr. [[Micky White]], [[Beth Glixton]] - ''Creso tolto a le fiamme: Girolamo Polani, Antonio Vivaldi, and opera production at the Teatro S. Angelo, 1705-1706'', Studi Vivaldiani, Firenze, S.P.E.S., 2008 - pg.3 e sgg.</ref>le ricerche di Micky White e Beth Glixton. L'annoNel seguente Vivaldi1714 divenne sia impresario che ''direttore delle musiche'' al [[Teatro Sant'Angelo]] di [[Venezia]], dove allestì la sua seconda opera, l'''[[Orlando finto pazzo]]'' ([[RV 727]]). Tuttavia il dramma sembra non aver avuto il successo sperato e per "salvare" la stagione Vivaldi presentò l' ''[[Orlando furioso (Ristori)|Orlando]]'' di [[Giovanni Alberto Ristori]], già dato l'anno precedente, con ulteriori ritocchi e aggiunte di propria mano. Nel 1715 mise in scena un pasticcio, il ''[[Nerone fatto Cesare]]'' ([[RV 724]], perduto), con le musiche di vari compositori e 11 arie dello stesso Vivaldi. Il lavoro1716 ebbe successo e pervide la stagione seguente Vivaldi pianificòrappresentazione di rappresentare un'opera completamente scritta di suo pugno. ''[[Arsilda, regina di Ponto]]'' ([[RV 700]])., Peròmolto ilprobabilmente censoreun successo, visto che dopo l'opera seguente ([[L'incoronazione di statoDario]], bloccò[[RV la719]]) messafurono inproposte scenadelle dellorepliche spettacolo;con lalo causastesso, dellagiovanissimo censuracast fu(in l'oggettoprimis dellale trama:future Arsildastar [[Annibale Pio Fabbri]], il[[Anna personaggioVicenza principaleDotti]] e [[Maria Teresa Cotti]])<ref>cfr. [[Gastone Vio]], s'innamora'Una satira sul teatro veneziano di unS. Angelo datata "febbraio 1717"'altra', Informazioni e studi donnavivaldiani, LiseaMilano, laRicordi, quale1989 finge- L'ipotesi di essereuna unrappresentazione uomo.nel Vivaldi1715, riuscìimpedita comunquedal ad''non allestirefede'' ildi drammauno l'annodei successivocensori mentreper illa materia del libretto, avanzata da Remo Giazotto non trova riscontro nei documenti finora noti. cfr. [[Teatro SanEleanor MoisèSelfridge-Field]], gli''A commissionavanew un'altrachronology of Venetian opera and related genres, 1660-1760'', Stanford, Stanford University Press, 2007</ref>. Lo stesso anno fu rappresentata [[La costanza trionfante degli amori e degl'odii]] ([[RV 706]]), nel piccolo [[Teatro San Moisè]].
 
Nello stesso periodo, la Pietà gli commissionò diversi lavori liturgici. I più importanti furono due [[oratorio|oratorî]]: il primo, ''[[Moyses Deus Pharaonis]]'' (RV 643), risulta sfortunatamente perduto e il secondo, ''[[Juditha triumphans]]'' (RV 644), composto nel 1716, è uno dei lavori sacri più noti del Prete Rosso. Fu commissionato per celebrare la vittoria della [[Repubblica di Venezia]] contro i [[Impero Ottomano|Turchi]] e la riconquista dell'isola di [[Corfù]]. Tutte le undici parti, sia maschili che femminili, furono interpretate dalle ragazze della Pietà e molte arie comprendevano parti per strumenti solisti come flauti dolci, oboi, clarinetti, viola d'amore, mandolini, che servivano per mettere in evidenza il talento delle ragazze anche in strumenti particolarmente rari e di non facile reperibilità per l'epoca.