Antipapa Dioscuro: differenze tra le versioni

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Per evitare una possibile disputa per il pontificato, Felice IV, poco prima di morire, aveva fatto un passo senza precedenti con la nomina a proprio successore dell'anziano [[Arcidiacono (religione)|arcidiacono]] [[Papa Bonifacio II|Bonifacio]], suo amico e consigliere fidato. Un atto espressamente condannato da [[papa Ilario]] che, nel [[sinodo]] di [[Roma]] del [[465]], proibì a chiunque di stabilire il successore di un [[vescovo]] (quindi anche del papa) mentre questi era in vita, compreso il vescovo stesso, pena la [[scomunica]].
 
Trentatré anni dopo però papa[[Papa Simmaco]], in [[concilio]] alla presenza di 72 vescovi, stabilì che il pontefice poteva indicare il suo successore e il senato e il popolo di Roma dovevano obbedire al suo volere, pena la scomunica. Solo e soltanto se il Papa non avesse indicato alcun successore, si era liberi di procedere ad un'elezione. Questa decisione sarà una delle due cause dell'esclusione di Dioscuro dagli elenchi papali (l'altra fu la sua prematura morte). A dispetto del volere di Ilario[[Papa Ilaro]] (secondo cui era scomunicato chi decideva il successore d'un vescovo ancora vivo) Simmaco, che continuò a proibire ai vescovi e a chiunque altro di discutere sulla successione del Papa mentr'era vivo, stabilì che il Papa stesso invece poteva imporre la sua volontà, onde evitare scismi e divisioni come quelli accaduti alla sua elezione, quando una parte del clero elesse l'Antipapa Lorenzo. [[Papa Felice IV|Felice IV]] non fece altro (ma fu il primo e l'unico) ad avvalersi del diritto concessogli dal predecessore e sul letto di morte minacciò di scomunica coloro che non avessero accettato Bonifacio come papa successivo. Il [[senato romano|senato]], in accordo col [[clero]], reagì pubblicando un [[editto]] che proibiva la discussione sul successore del papa regnante finché questi era vivo e sotto pena di esilio e confisca dei beni impedì di accettare qualunque designazione, sulla scia di quanto stabilito da [[Papa Ilaro]] e in aperto contrasto con quanto deciso da [[Papa Simmaco]], mentre Felice addirittura faceva pervenire la notifica dell'elezione del suo successore Bonifacio II all'esarcato di Ravenna. Ciò non deve stupire: ogni Papa, in virtù del suo potere di legare e sciogliere, può sempre decidere come deve avvenire l'elezione dei suoi successori, come vuole e nei modi in cui vuole, con il diritto di disfare ciò che i predecessori avevano stabilito; ma senato e popolo non avevano mai accettato questa privazione del loro diritto di sceglierescegliersi unliberamente successoreil loro vescovo.
 
Non è chiaro se l'assemblea alla fine si sottomise al volere di Felice IV o se ne sia disinteresseta, fatto sta che, subito dopo la morte del Papa, Bonifacio era pronto ad assumere l'incarico, se non che l'assemblea con suo grande stupore (e forse tradendo quanto promesso al morente Felice IV) procedette ad un'indipendente elezione anzicché accettarlo subito come Papa.