Brasida: differenze tra le versioni
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Dopo la sconfitta spartana nella [[Battaglia di Sfacteria (425)|battaglia di Sfacteria]] del [[425 a.C.]], le sorti spartane furono risollevate da Brasida, che trasferì la guerra fuori dal [[Peloponneso]]. Con una lunga marcia, condusse l'esercito fino in [[Tracia]], presso la città di [[Anfipoli]], utilizzata da [[Atene]] come base per il rifornimento di oro e di legname e grano proveniente dal [[Ponto Eusino]].
Attaccando Anfipoli, Brasida mirava a sottrarre ad Atene la zona da cui proveniva il legname necessario per la sua flotta, vero pilastro della potenza militare ateniese. La città cadde nel [[424 a.C.]] in mano agli Spartani insieme al centro di [[Eione]] e la sconfitta ateniese provocò l'esilio dello storico [[Tucidide]], che in quell'occasione agiva da [[stratego]] nella zona di Anfipoli e non era stato in grado di difendere l'importante base ateniese. Brasida inoltre promosse la defezione dei calcidesi, promettendo la libertà e l'autonomia che Atene aveva loro negato.
Il principale scenario di guerra rimase la Tracia, dove nel [[422 a.C.]] [[Cleone]] tentò la riconquista di Anfipoli, ma sia Cleone e sia Brasida trovarono entrambi la morte in battaglia.
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La morte dei due generali favorì l'instaurazione di una momentanea tregua tra le due potenze, culminata nella [[pace di Nicia]] del [[421 a.C.]]
Nonostante Brasida e Cleone
== Voci correlate ==
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