Psicologia della religione: differenze tra le versioni

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Ciononostante, occorre fare chiarezza e distinguere ambiti che potrebbero essere erroneamente confusi: Psicologia della Religione e psicologia religiosa (Beit-Hallahmi, 1992).
Psicologia della Religione e psicologia religiosa potrebbero essere delle espressioni equivalenti, dato che, in ambito scientifico, l'aggettivazione designa l'oggetto di studio della disciplina, come per esempio avviene per la Psicologia Sociale (Vergote, 1983). Tuttavia, l'espressione "psicologia religiosa" incappa facilmente in confusioni terminologiche e concettuali, poiché con tale espressione molti intendono una psicologia che già si inserisce in ambito religioso, con lo scopo di ricercare le radici psicologiche della religione nell'essere umano. In questo caso, l'aggettivazione non indicherebbe l'oggetto di studio da parte della psicologia, ma l'intenzione di cui si fa carico la psicologia nel'orientare i soggetti verso una dimensione religiosa, ritenuta valida e fondamentale per la costituzione delaldella personalità (Beit-Hallahmi, 1992). In questo ambito possono trovare applicazione le varie forme di psicologia pastorale o di counseling pastorale.
 
Al contrario, con Psicologia della Religione si intende lo studio scientifico, tramite l'applicazione di teorie e metodi psicologici, dei fenomeni che vengono considerati religiosi all'interno di uno specifico contesto culturale (Vergote, 1993; Belzen, 1997a).
Occorre però fare una precisazione metodologica importante: la Psicologia della Religione è è una disciplina scientica e come tale non ha alcun potere di giudizio circa la validità o meno dei valori religiosi professati da una persona o da un gruppo sociale. essa si costituisce come un approccio a-confessionale o, meglio, a-religioso. In questo senso, la psicologia non è né atea, né religiosa. Pertanto, la Psicologia della Religione si caratterizza per un ''agnosticismo metodologico'' e per una ''esclusione sistematica del trascendente'', ove con questa seconda opzione si intende l'imposasibilità per la psicologia di indagare fenomeni metafisici che esulano dalla realtà empirica osservabile (Aletti, 1992): caso mai, lo psicologo si limita ad osservare il rapporto che l'individuo intrattiene con una entità trascendente postulata e vissuta come presenza significativa nella vita del soggetto.
Lo psicologo, quindi, è interessato alla religione professata dal soggetto, il quale indicherà la religione oggettiva a cui si riferisce, rilevata la sua presenza in un contesto culturale (Vergote, 1993).