Trattato di Melfi: differenze tra le versioni
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Niccolò II stipula il Trattato di Melfi con [[Roberto d'Altavilla]],
Dopo la guerra, conclusa con la sconfitta del [[Papa]] nella [[Battaglia di Civitate]], inizia la politica di alleanza fra la [[Santa Sede]], impegnata nella lotta per le investiture, ed i [[Normanni]], interessati a
Il Papa riconosce i possedimenti conquistati, legittima il dominio delle terre assoggettate
▲Niccolò II stipula il Trattato di Melfi con [[Roberto d'Altavilla]], Conte di Puglia, e con [[Riccardo I di Aversa]], Signore di Genzano e Conte di Aversa. Il trattato è sottoscritto in preparazione del [[Concilio di Melfi I]] e sarà reso operativo dal successivo [[Concordato di Melfi]].
Niccolò II nomina il Conte di Aversa, Riccardo I Drengot, [[Principi di Capua|Principe di Capua]] e riconosce
▲Dopo la guerra, conclusa con la sconfitta del [[Papa]] nella [[Battaglia di Civitate]], inizia la politica di alleanza fra la [[Santa Sede]], impegnata nella lotta per le investiture ed i [[Normanni]], interessati a legalizzare le proprie posizioni. L’atto sancisce i rapporti tra il Pontefice e le due Casate, che lo sostengono nella lotta contro l’Antipapa [[Benedetto X]].
Il Papa, per sostenere la sua
▲Il Papa riconosce i possedimenti conquistati, legittima il dominio delle terre assoggettate, e concede l’investitura anche per i territori della penisola che sono ancora in mano ai [[Bizantini]], ai [[longobardi]] ed ai Musulmani.
Niccolò II riconosce come vassalli Riccardo I Drengot ed i fratelli Roberto e [[Ruggero I d'Altavilla]]. Essi ottengono per loro e le proprie famiglie, il titolo di
▲Niccolò II nomina il Conte di Aversa, Riccardo I Drengot, Principe di Capua e riconosce [[Roberto il Guiscardo]], che dichiara di convertirsi al Cristianesimo, Duca di [[Puglia]], [[Calabria]] e [[Sicilia]]. Si costituiscono due Stati Normanni indipendenti e le relative Casate sono legate in maniera diretta dalla Santa Sede. Il Sommo Pontefice estende, così, il dominio feudale della Chiesa da Capua fino alla Trinacria.
Il Pontefice ottiene la sottomissione, l'appoggio politico e l’impegno dei capi
▲Il Papa, per sostenere la sua Sovranità e giustificare l’esercizio del potere temporale, rivendica il diritto alla Signoria feudale del sud della penisola e della Sicilia, sulle basi della donazione da parte dei Re Carolingi ed esibisce il documento della Donazione di Costantino, che si rivelerà falso.
I
▲Niccolò II riconosce come vassalli Riccardo I Drengot ed i fratelli Roberto e [[Ruggero I d'Altavilla]]. Essi ottengono per loro e le proprie famiglie, il titolo di Vassalli della Chiesa, con un’investitura rivoluzionaria, perchè solo l'Imperatore dispone dei titoli.
▲Il Pontefice ottiene la sottomissione, l'appoggio politico e l’impegno dei capi Normanni a rispettare e sostenere con le armi i decreti sull'elezione dei futuri Pontefici. Essi si impegnano a proteggere la Chiesa dalle interferenze dell’Impero di Germania nelle stesse elezioni ed a garantire che esse avvengano secondo le norme del concilio.
▲I Sovrani si impegnano a versare alla Santa Sede un tributo annuo di dodici Soldi di Pavia per ogni coppia di buoi che esiste nei propri domini e per ogni iugero di terra ecclesiastica di propria pertinenza.
I Nobili Normanni si impegnano a fornire truppe al Pontefice e giurano su Dio e sul Vangelo che saranno alleati del Papa contro qualsiasi avversario; si impegnano a non avanzare in guerra senza l’autorizzazione del Capo della Chiesa.▼
▲I
==Voci correlate==
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*[[Rekatholisierung]]
[[Categoria:Concili ecumenici]]
[[Categoria:Storia della Basilicata]]
[[Categoria:Relazioni internazionali della Santa Sede]]
[[Categoria:Melfi]]
[[Categoria:Normanni in Italia meridionale]]
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