Celebrazioni voltiane: differenze tra le versioni

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Nel 1899 il centenario dell’invenzione della [[pila]] è celebrato a [[Como]] con una grande esposizione, sullo stile di una [[esposizione universale]], come quelle che si ripetono nella seconda metà del XIX secolo in tutte le principali città europee.
La manifestazione è lungamente preparata: già negli anni precedenti si accumulano studi e progetti, anche su proposta di eminenti professionisti come il milanese [[Luigi Broggi]]. Alla fine, però, viene scelto per la realizzazione l’ingegnere comasco [[Eugenio Linati]].
Su una vasta area in riva al lago, ancora inedificata ma immediatamente contigua allo sviluppo urbano, si progetta un vasto recinto fieristico con un articolato padiglione centrale e alcuni ambienti secondari. La fronte principale, rivolta verso la città, è in [[stile impero]], secondo un irrinunciabile riferimento all’epoca di [[Alessandro Volta]], ma agli estremi della loggia si innalzano due alte torri in forma di pila elettrica (in una delle due è un modernissimo ascensore, grazie al quale si sale fino a un [[belvedere]] da cui si gode un’inedita visuale della città).
L’idea forte dell’esposizione è proprio quella del padiglione unico che permette una visita continua, sempre al coperto, che si sviluppa dai cimeli voltiani ai nuovi ritrovati della tecnica fino ai più raffinati prodotti dell’industria serica. Unico elemento veramente separato dal resto dell’esposizione è il padiglione artistico, in cui sono presentati, insieme agli artisti contemporanei, numerosi esempi degli stili artistici storici, scelti tra i capolavori sparsi sul territorio.
Le principali autorità politiche dell'epoca, tra cui il re [[Vittorio Emanuele III]], giungono a Como per visitare l'esposizione.