Uomo e galantuomo: differenze tra le versioni

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==Commento==
La commedia offre allo spettatore una serie di episodi irresistibilmente [[comicità|comici]].<ref> Racconta Angelica Ippolito (figlia di Isabella Quarantotti, terza moglie di Eduardo) attrice di primo piano in numerose commedie del patrigno: «''...quindi noi stavamo credo per una decina di sere dietro le [[quinta (teatro)|quinte]] a vedere questo spettacolo, ridendo come pazzi perché succedeva qualsiasi cosa. E una sera mi ricordo che Eduardo improvvisò una cosa per cui tutti gli attori si misero a ridere e Eduardo disse: "[[Sipario]]!" E si riaprì dopo un dieci minuti che tutti si erano calmati. Poi, quando lo facemmo in [[televisione]] lo facemmo molto in fretta perché queste commedie venivano fatte in 15 giorni, si provava un po’ a tavolino e poi subito si registrava. Naturalmente, questa scena dei comici la dovemmo fare tantissime volte perché tutti ridevano le macchine dei cameraman ballavano, fu una cosa veramente molto divertente. Tanto che in Uomo e Galantuomo c’è una scena in cui si vede [[Paolo Graziosi]] che ride spudoratamente e non c’era più verso di fermarlo.''» (in "Eduardo interviste: Angelica Ippolito" [http://w3.uniroma1.it/cta/eduardo/interviste/ippolito.html])</ref> Uno in particolare, quello della prova della compagnia, potrebbe di per sé costituire l'oggetto di una farsa. La prova si svolge nell'atrio dell'albergo ed inizia con Gennaro che emette un lamentoso e terribile gnaulio accompagnato da una smorfia che gli stravolge il viso e dal movimento di un braccio che si agita nell'aria. Gli attori si precipitano a soccorrerlo, convinti che sia stato colpito da un malore, ma scoprono che invece, da vero artista, Gennaro stava imitando l'apertura della porta cigolante del "basso" in cui si svolge il dramma.
 
Sempre durante la prova della scena madre del drammone, che Eduardo ha allungato nel corso degli anni, aggiungendovi numerosi nuovi spunti, scena provata in quasi mezzora reale per meno di cinque minuti di recita, ricorrono numerosi litigi tra capocomico e suggeritore, tra cui la ripetizione della battuta iniziale "Nserra chella porta" ("chiudi quella porta").
 
Un'altra scena indimenticabile è quella dell'ustionato Gennaro in casa Tolentano che assistito dai presenti si accascia su una sedia da cui però dovrà alzarsi per andare nel laboratorio del dottore che lo medicherà. Il problema è che Gennaro ha salvato dall'acqua bollente solo la punta di un piede e il tallone dell'altro: quindi per alzarsi e camminare dovrà ben calcolare come muoversi: e così fa...ma non appena alzato emette un urlo di dolore sovrumano poiché ha sbagliato ad appoggiare in terra la punta e il tallone.
 
Ma sopra tutte, a testimoniare la loquacità spesso interessata di Gennaro, c'è il suo modo di raccontare le cose prendendole alla lunga e inziando a raccontare del suo mestiere sempre dalla stessa frase iniziale "Io tengo 'na buatta" ("ho una scatola di latta").
 
==Note==