Aeronautica nella guerra italo-turca: differenze tra le versioni

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Nella guerra italo-turca l'aereo fu utilizzato per la prima volta come mezzo bellico. La [[guerra italo-turca|guerra di Libia]] ebbe luogo infatti pochi anni dopo l'invenzione dell'aeroplano.
 
L'Italia, che aveva costituito la ''Sezione Aviazione del Regio Esercito'' solo nel luglio [[1910]], inizialmente trasferì in Libia 9 aeroplani: 2 [[Blériot XI|Blériot]], 3 [[Nieuport]], 2 [[Farman]] e 2 [[Etrich Taube]]. Gli aerei di costruzione francese aveano il motore rotativo Gnôme da 50 CV, mentre i Taube avevano il motore Austro Daimler da 75 CV raffreddato ad acqua, cosa che provocò diversi cali di potenza, dato che il sistema di raffreddamento era stato dimensionato per i climi centro-europei e non per il clima africano.<ref>F. Pedriali, art. cit. pag 35</ref> Questi nove aerei avevano 11 piloti, 5 con brevetto superiore e 6 con brevetto semplice, inquadrati nella ''1ª Flottiglia Aeroplani'', al comando del capitano [[Carlo Maria Piazza]] (''8° Reggimento artiglieria da campagna''). Il reparto si imbarcò a Napoli il [[12 ottobre]] e solo dopo molte difficoltà poté stabilire un campo di fortuna a sud ovest di Tripoli, in una località chiamata Cimitero degli Ebrei. Il primo volo bellico fu effettuato da Piazza il [[23 ottobre]] [[1911]], con il suo Blèriot (codice di identificazione '''1'''). Una seconda squadriglia di aeroplani fu stabilita a Bengasi (un Blériot, un Farman ed un [[AteriaAsteria]]). Altre due squadriglie, su quattro aerei ciascuna e con piloti civili volontari, operarono da Derna e da Tobruk, fortunatamente queste squadriglie, pur avendo aerei di tipo diverso, utilizzavano solo il motore Gnôme, riducendo quindi i problemi logistici per l'approvvigionamento di parti di ricambio. Gli aerei, inizialmente utilizzati per ricognizione, ben presto furono impiegati anche per il bombardamento delle colonne nemiche ([[1 novembre|1° novembre]]), usando bombe a mano tipo Cipelli da 2 kg. Il [[28 ottobre]] per la prima volta un aereo diresse il tiro di artiglieria del ''Sardegna'' sull'oasi di Zanzur. Nel corso della guerra ci fu anche il primo pilota militare morto in azione, il sottotenente Manzini, che il [[25 agosto]] precipitò in mare davanti a Tripoli con il suo aereo.
 
Nel corso della guerra la specialità da bombardamento ebbe un'evoluzione continua, prima sostituendo le bombe Cipelli con le più potenti Haasen (sequestrate come preda bellica da una nave che le contrabbandava alle forze turche<ref>F. Pedriali, art. cit. pag 34</ref>) dopo che erano state munite di un sistema ad elichetta per liberare la sicura della bomba solo dopo il lancio dall'aereo. Un grande passo avanti nel bombardamento aereo si ebbe l'[[11 febbraio]], quando ad un Blériot XI fu applicato sulla fiancata un tubo attraverso cui far cadere le bombe Bontempelli, studiate appositamente per l'impiego aeronautico. Ben presto, da [[Alessandro Cagno]], venne realizzato "sul campo" un rudimentale dispositivo di mira, formato da una tabella graduata che dava un'inclinazione precisa alla cassetta o al tubo lanciabombe.