Elliott Carter: differenze tra le versioni

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|Attività = compositore
|Nazionalità = statunitense
|PostNazionalità =   di [[musica contemporanea]]
}}
 
== La vita ==
Seguendo gli incoraggiamenti di [[Charles Ives]], Elliott Carter studiò [[Composizione musicale|composizione]] presso l’[[università]] di [[Harvard]] ([[Massachusetts]]), dove ebbe come insegnanti [[Walter Piston]] e [[Gustav Holst]]. Successivamente si recò a [[Parigi]] dove studiò con [[Nadia Boulanger]]. Rientrò negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] nel [[1935]] e divenne direttore della compagnia di [[balletto]] ''Ballet Caravan''.
 
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Nel [[1967]] divenne membro dell’''American Academy of Arts and Letters'', mentre nel [[1960]] e nel [[1973]] gli venne assegnato il ''[[Premio Pulitzer|Premio Pulitzer per la musica]]''.
 
== La musica ==
I primi lavori di Elliott Carter denotano influenze di [[Igor Stravinskij|Stravinskij]] e [[Paul Hindemith]], e possono ascriversi come appartenenti all’estetica [[neoclassicismo|neoclassica]]. Carter fece lunghi e severi studi [[contrappunto|contrappuntistici]], dalla [[polifonia]] medievale fino al linguaggio [[Igor Stravinskij|stravinskiano]], e questo si nota particolarmente nei lavori giovanili, come ad esempio nel [[balletto]] ''Pocohontas'' ([[1938]]-[[1939]]). Alcune sue musiche del periodo della [[seconda guerra mondiale]] sono chiaramente diatoniche, e si riportano ad un lirismo melodico che può far ricordare quello di autori come [[Samuel Barber]]. Curiosamente, Carter abbandonò il [[neoclassicismo]] più o meno nello stesso momento in cui l’abbandonò pure [[Igor Stravinskij|Stravinskij]].
 
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Carter ha inoltre composto cinque [[quartetto d'archi|quartetti per archi]], di cui il secondo ed il terzo ottennero il ''[[Premio Pulitzer]]''.
 
''Symphonia: Sum Fluxae Pretium Spei'' ([[1993]]-[[1996]]) è il suo più grande lavoro [[orchestra|orchestrale]]le, di struttura molto complessa ma affascinante nel suo continuo contrastare di livelli timbrici strumentali, dai delicati assolo dei [[strumenti a fiato|fiati]] fino ai laceranti ''fortissimo'' con [[ottoni]] e [[percussioni]] in primo piano.
 
Il suo personale sistema compositivo (volto spesso a far derivare tutte le altezze di un brano da un solo [[accordo (musica)|accordo]] "chiave", o da una serie di accordi) non impedisce a Carter di muoversi in ambiti decisamente lirici, né di garantire una perfetta intelleggibilità del testo cantato, talora anche in modo decisamente "semplice". Del resto, nonostante il suo usuale rigore compositivo, Carter occasionalmente sceglie di "deviare", di creare delle eccezioni al suo proprio sistema; contrariamente ad autori come [[Anton Webern]], nella musica di Carter non è sempre possibile spiegare e giustificare scientificamente ogni nota.
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La maggior parte della sua musica è pubblicata da ''G. Schirmer Inc.'' (fino al [[1982]]), e da ''Boosey & Hawkes'' (dopo il [[1982]]).
 
== Opere scelte ==
*''Symphony No. 1'' per [[orchestra]] ([[1942]], revisione [[1954]])
*''Holiday Overture'' per [[orchestra]] ([[1944]], revisione [[1961]])
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*''Dialogues'' per [[pianoforte]] e [[orchestra]] ([[2003]])
 
== Bibliografia ==
*Autori vari, ''Carter'' a cura di Enzo Restagno, [[EDT (editore)|Edizioni EDT]], [[Torino]] ([[1989]]). ISBN 88-7063-051-X
 
== Collegamenti esterni ==
*[http://www.boosey.com/pages/cr/composer/composer_main.asp?composerid=2790 Pagina su Carter sul sito dell'editore ''Boosey & Hawkes'']
*[http://www.schirmer.com/Default.aspx?TabId=2419&State_2872=2&composerId_2872=236 Pagina su Carter sul sito dell'editore ''G. Schirmer Inc.'']
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[[en:Elliott Carter]]
[[es:Elliott Carter]]
[[fa:الیوت کارتر]]
[[fi:Elliott Carter]]
[[fr:Elliott Carter]]