Ekaterina Michajlovna Dolgorukova: differenze tra le versioni

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Alessandro ed Ekaterina avevano già avuto tre figli quando si unirono in matrimonio il [[6 luglio]] [[1880]], meno di un mese dopo la morte dell'imperatrice [[Maria Massimiliana d'Assia-Darmstadt]], avvenuta l'[[8 giugno]]. Un quarto figlio morì infante. Ekaterina rimase [[Vedovanza|vedova]] quando lo Zar venne [[Attentato|assassinato]] il [[1 marzo|1°º marzo]] [[1881]] dai membri del [[gruppo anarchico]] ''[[Volontà del popolo]]''.
 
== Relazione con lo Zar ==
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Ad un certo punto, durante una riunione famigliare, lo Zar chiese a George, il figlio maggiore avuto da Caterina, se avesse desiderato diventare un granduca. «Sasha, per amor di Dio, lascia perdere!», lo redarguì Caterina, ma la battuta alimentò i timori della famiglia che lo Zar facesse della moglie morganatica la sua imperatrice e soppiantasse i suoi eredi legittimi con quelli della sua seconda famiglia. La famiglia si risentì anche quando udirono Caterina rivolgersi al marito con il diminutivo Sasha. Il granduca Aleksandr Michajlovič scrisse che suo padre, il granduca [[Michail Nikolaevič Romanov|Michail Nikolaevič]], era dispiaciuto che la famiglia imperiale trattasse Caterina così freddamente. <ref> Radzinsky (2005), p. 378-380 </ref>
 
Benché fossero felici assieme, la difficile situazione politica e le costanti minacce di un assassinio stesero un'ombra sopra la loro vita insieme. Il [[1 marzo|1°º marzo]] [[1880]] un'esplosione scosse la sala da pranzo del palazzo d'Inverno; Alessandro corse nelle stanze di Caterina gridando «Katia, mia adorata Katia!». Lei era illesa, così come la Zarina morente, che molto malata non si accorse dell'attacco. Il cognato di Alessandro, il principe [[Alessandro d'Assia|Alessandro d'Assia e del Reno]], che era presente durante l'attentato, osservò amaramente che lo Zar si era dimenticato che la moglie, sua sorella, era anch'essa a palazzo e che avrebbe potuto rimanere ferita anche lei nell'incidente. <ref> Mager (1998), p. 71 </ref>
 
[[File:Katharina Dolgoruki.jpg|thumb|right|150px|Caterina in una fotografia del 1900]]