Pianoforte digitale: differenze tra le versioni

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I primi pianoforti digitali erano di fatto dei ''lettori di campioni'': il cuore del sistema era costituito da un generatore sonoro capace di leggere dalla propria memoria le registrazioni audio digitali delle singole note e di riprodurle non appena venisse premuto il tasto relativo, con ampiezza proporzionale alla velocità di pressione del tasto.
 
I moderni pianoforti digitali sono notevolmente più complessi: l'emulazione del pianoforte acustico è ottenuta sempre partendo da un database di campioni contenuto in una memoria, ma la generazione del timbro è ottenuta facendo largo ricorso ai [[Sintesi_musicale_a_modelli_fisici|"modelli fisici"]], per creare componenti accessorie del timbro quali il rumore del martelletto, lo smorzamento della corda mediante sordino al rilascio, la risonanza simpaticasimpatetica delle corde libere quando è premuto il pedale del sostegno, il cambiamento del contenuto armonico al ribattuto, ecc...
 
Lo strumento così concepito, pertanto, non è più un semplice generatore o riproduttore di singole note, bensì un sistema in grado di ricostruire una sensazione acustica complessa; rispetto ad uno strumento di vecchia concezione, che originava il suono a partire da forme d'onda elementari o da campioni registrati, arricchendoli in seguito di effetti, il pianoforte a modelli fisici viene sviluppato considerando nell'analisi tutte le componenti che dovranno essere coinvolte.
 
Il numero massimo di note che un pianoforte digitale è in grado di riprodurre simultaneamente viene detto ''polifonia''. C'è da distinguere sempre fra la polifonia reale e quella teorica di un pianoforte digitale. Nei primi modelli, che sfruttavano campionamenti mono, la polifonia reale e quella teorica coincidevano. Oggi si preferisce campionare il pianoforte in stereo, cioè con due campioni distinti e sincronizzati per il canale destro e quello sinistro. In tale caso ad ogni nota suonata corrisponde l'esecuzione di due campioni, e quindi la polifonia utile è la metà di quella teorica.
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La presenza di un sistema integrato di amplificazione del suono permette ai produttori l'inserimento (sui modelli di fascia medio-alta) di ingressi microfonici, attraverso i quali è possibile amplificare la voce di un eventuale solista o il segnale di una [[chitarra acustica]]; il segnale mixato può essere catturato dall'uscita linea del pianoforte digitale e inciso attraverso un comune apparecchio di registrazione.
 
È anche per questo che i pianoforti digitali a generatori elementari o a campioni (precedenti quindi alla tecnologia a [[Sintesi_musicale_a_modelli_fisici|modelli fisici]]) sono dotati di unità effetti in grado di processare il segnale interno e il segnale ausiliario attraverso una serie di algoritmi matematici che riproducono gli effetti di [[riverbero]], [[eco]], [[flanger]], [[chorus]] etc.
 
Recentemente si stanno facendo passi da gigante, puntando molto sull'amplificazione. Per esempio molte case hanno prodotto pianoforti digitali dotati della coda: qui viene generato il suono, analogamente a quanto succede nei piani acustici, migliorandone la resa.
 
===Physical modeling (modelli fisici)===
 
Come detto più sopra, la generazione a modelli fisici analizza il suono originale nella sua complessità e non nelle sole componenti elementari, permettendo di ottenere una riproduzione (è più corretto parlare di una '''ri-generazione''') del suono con le modalità del progetto. In altre parole, laddove per un pianoforte campionato si può scegliere se includere il riverbero del locale nel quale i campioni sono stati registrati, oppure arricchire il suono con un modulo separato di [[riverbero]] digitale, un pianoforte a [[Sintesi_musicale_a_modelli_fisici|modelli fisici]] disporrà già della '''struttura''' sonora delle corde percosse, della vibrazione di altre componenti dello strumento, dei riflessi acustici della cassa del piano e così via e non necessiterà quindi di post-trattamento del segnale.
 
Avendo poi a disposizione detti modelli, il pianoforte a modelli fisici potrà consentire un certo margine di modifica del suono prodotto, in cui il musicista potrà impartire ad esempio una arbitraria profondità della cassa, uno smorzamento dato da un particolare tipo di trattamento del legno e altri dettagli, estremamente complessi quando non impossibili da realizzare, se simulati in modo tradizionale.
 
 
{{musica elettronica}}