Trasformismo (politica): differenze tra le versioni

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=== Condizioni storico-politiche ===
Il [[25 marzo]] [[1876]] si insediò al Parlamento il [[governo Depretis I]], dopo circa quindici anni di governo della [[Destra storica]].
Durante questo lasso di tempo gli eredi politici di [[Cavour]] avevano incentrato la propria azione politica sul risanare il bilancio economico attraverso l'aumento della pressione fiscale ed il corretto controllo della riscossione delle tasse, causando però un progressivo scollamento della politica dalla dimensione sociale; ciò permise all'opposizione - la Sinistra storica - di cavalcare l'onda del dissenso, soprattutosoprattutto riguardo a provvedimenti altamente impopolari come ad esempio l'[[imposta sul macinato]]. Inoltre, la Destra non fu capace di risolvere completamente i problemi del [[Mezzogiorno]], riuscendo semplicemente ad alienare la proprietà e ricostituendo un ceto borghese di [[latifondo|grandi proprietari terrieri]], incapace di ridare slancio produttivo ed economico al sud [[Italia]]; parallelamente, non colse l'occasione di includere nel proprio progetto politico elementi di spicco della società civile meridionale, in primis le personalità legate al passato [[Borbone|borbonico]].<ref name= a />
 
Stando a quanto afferma [[Benedetto Croce]], le condizioni che resero possibile il manifestarsi del trasformismo in [[Italia]] sono da rintracciare non soltanto nella debolezza strutturale che aveva portato la Destra storica al tracollo elettorale<ref>[[Benedetto Croce]], ''Storia d'Italia dal 1871 al 1915'', a cura di Giuseppe Talamo, con la collaborazione di Aureliana Scotti, Bibliopolis, [[2004]], [[Napoli]]; cfr. Capitolo I: ''"Polemiche politiche in Italia dopo il 1870 e realtà storica"'' (l'argomento è trattato nell'intero capitolo)</ref>, bensì nella conformazione del ceto parlamentare, organizzato in una suddivisione che non corrispondeva ad un vero e proprio programma politico che permettesse di distinguere nitidamente la Sinistra dalla Destra; i due schieramenti maggiori non corrispondevano alla comune distinzione fra "Progresessisti" e "Conservatori", ma erano essenzialmente l'uno e l'altro. Per Croce, le differenze maggiori erano evidenti soltanto in merito a questioni particolari, generalmente in relazione con la posizione politica del singolo parlamentare, e non del raggruppamento di cui faceva parte.<ref name= c />