Contea di Alvito: differenze tra le versioni

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Con la sconfitta degli angioini e dei Cantelmo loro alleati, la [[Valle di Comino]] divenne diretto possedimento di re [[Federico I di Napoli|Federico I]]. Il sovrano, per ricompesare [[Papa Alessandro VI]], che lo aveva incoronato re di Napoli<ref>Gregorovius F., ''Lucreazia Borgia'', Le Monnier, Firenze 1874, pp. 385-386 (doc. XVI).</ref>, nel [[1497]] investì del titolo di conte di Alvito [[Goffredo Borgia]] de Candia dei Cattanei, fratello di [[Cesare Borgia|Cesare]] e figlio ultimogenito del papa<ref>Tauleri B., ''Memorie istoriche della antica città di Atina'', Napoli 1702, p. 138.</ref>. Il [[regno di Napoli]] intanto cadde di nuovo in preda all'anarchia politica. [[Luigi XII]] e [[Ferdinando il Cattolico]] si accordarono per spartirsi lo stato napoletano e mossero guerra contro gli aragonesi. Con la morte di papa Alessandro VI i Borgia videro terminare i loro privilegi e s'arragiarono come poterono per schierarsi ora con la Francia ora con la Spagna. Goffredo Borgia de Candia dapprima si diede a sostenere Luigi XII, poi, catturato da [[Prospero Colonna]], sposò la causa spagnola, cambiamento che fu osteggiato dagli alvitani, i quali gli si ribellarono<ref>Galeotti p 116 (109)</ref>. Così Goffredo mandò Fabrizio Colonna a riconquistare la [[Valle di Comino]] e nel [[1504]] ivi tornò vincitore. Il dominio riconquistato fu però breve: con la morte della moglie, [[Sancha d'Aragona]], che non gli aveva dato eredi, egli perdeva anche i diritti comitali, in ottemperanza a dei patti matrimoniali<ref>Gregorovius F., ''op. cit.'', p. 317.</ref>. Il [[25 maggio]] [[1507]], [[Ferdinando II d'Aragona]] investì della contea il condottiero spagnolo [[Pietro Navarro]]<ref>Don Martin de los Heros, che ubica erroneamente Alvito in Abruzzo («Oliveto è Olveti en el Abruzzo»), parla invece del [[1504]] (''Historia del Conde Pedro Navarro, general de infanteria, marina e ingeniero en los Reinados de Fernando e Isabel, y de Doňa Juana y su hijo Don Carlos'', pubblicato in ''Coleccion de documentos inéditos para la Historia de España'', volume XXV, ''De la viuda de Calero'', Madrid 1854, p. 94. Tuttavia è certa la data del [[1507]], come indica la concessione ferdinandea data a [[Napoli]] il [[25 maggio]] di quell'anno integralmente riportata in [[Domenico Santoro|D. Santoro]], ''Pagine sparse di storia alvitana'', vol. II (''Documenti''), Jecco, Chieti 1909, pp. 92-96. </ref>.
 
[[Immagine:Ramon Folc de Cardona-Anglesola.jpg|thumb|right|225px|Tomba di Raimondo de Cardona di [[Giovanni da Nola]]]]
==Il dominio dei Cardona==
{{vedi anche|Folch de Cardona}}
Il Navarro lasciò l'amministrazione di Alvito in mano di un governatore e di un giudice, i quali si resero responsabili di numerose angherie, tanto che nel [[1509]] un gruppo di [[Atina|atinati]] si sarebbe recato fino a [[Tripoli]], dove il feudatario stava combattendo contro i [[Mori (storia)|Mori]] <ref>Domenico Santoro, ''op.cit.'', p. 126.</ref>.
 
[[Immagine:Ramon Folc de Cardona-Anglesola.jpg|thumb|right|225px|Tomba di Raimondo de Cardona di [[Giovanni da Nola]]]]
Il [[22 dicembre]] [[1515]], in seguito al tradimento di Pietro Navarro, che aveva giurato fedeltà ai francesi <ref>Cfr. [[Benedetto Croce]], ''La Spagna nella vita italiana durante la rinascenza'', Laterza, Bari [[1917]], p. 261.</ref>, il re Ferdinando II d'Aragona revocò la concessione, legando la contea al [[Elenco dei viceré spagnoli di Napoli|viceré]] di Napoli, [[Raimondo de Cardona]]. Questi l'amministrò per il tramite di un governatore generale, che aveva sede ad Alvito, e con l'ausilio di altri governatori e "[[Giustizierato|giustizieri]]", che erano designati alla gestione dei centri limitrofi, tra cui soprattutto Atina e Belmonte <ref>G.P.M. Castrucci, ''Descrizione del Ducato d'Alvito nel Regno di Napoli'', a cura di S. D'Aloe, Napoli [[1863]].</ref>.