Chiaroscuro: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
TobeBot (discussione | contributi)
Riga 13:
Usato nella pittura antica, perse di importanza nell'[[arte bizantina]] e medievale, dove il simbolismo delle figure non richiedeva un rilievo plastico-spaziale. Per creare affetti di luci ed ombra si usava tutt'al più un tratteggio, a grana più o meno fine.
 
Alla fine del [[XIII secolo]] [[Cimabue]] in Italia riscoprì l'uso delle sfumature più delicate, riscoprendo il problema della luce e del modo in cui essa illumina in maniera diverse le differenti parti di un corpo, le materie e le superfici disparate. Un capolavoro in tal senso fu il [[Crocifisso di Santa Croce]]. Con [[Giotto]] la gamma cromatica di sfumature si fece più ampia, arrivando ad assomogliareassomigliare sempre più alla luce reale. I pittori successivi svilupparono queste tecniche, facendo del chiaroscuro un elemento imprescindibile della raffigurazione pittorica fino al XIX secolo. Da quell'epoca gli [[impressionisti]] prima (legati ad una pittura di pura luce e colore) e i [[cubisti]] poi (che riscoprirono le forme piatte e geometriche) portarono a un superamento del chiaroscuro: [[Matisse]] ad esempio ne fece completamente a meno.
 
==In scultura e architettura==