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==Le caratteristiche del genere==
[[Joseph Bédier]], fra i primi studiosi del genere, ha coniato la fortunata definizione di "contes à rire en vers"<ref>{{cita libro|cognome=Bédier |nome=Joseph |titolo=Les fabliaux. Études de la littérature populaire et d'histoire littéraire du moyen âge |anno=1894 | editore=Champion | città=Paris |pagine=p.30}}</ref>: sembra infatti che l'unico intento perseguito da questi testi sia di divertire i lettori; questo li distingue da altri generi di letteratura francese breve come i ''[[dits]]'', che sono dei racconti che si occupano di soggetti del tutto differenti, o il [[romanzo]], che è sempre scritto in versi ma ha una trama e una struttura più complesse, o ancora le [[Canzone (liricametrica)|canzoni]] o i ''[[lais]]'', storie d'amore di ispirazione [[letteratura arturiana|bretone]], scritte con uno stile molto ricercato e con numerosi ricorsi al mondo magico e fantastico.
I temi più frequenti sono la sessualità (soprattutto gli adulteri), gli inganni, le disavventure; i protagonisti sono per lo più borghesi o villani, con qualche eccezione aristocratica, come in ''[[Le Chevalier qui fis parler les cons]]''. La struttura è sempre formata da [[ottosillabi]] rimati a coppie o [[assonanza|assonanzati]]; lo stile nella maggior parte dei casi è trascurato (sono esclusi i fabliaux d'autore che, invece, presentano una cura stilistica e formale estrema); inoltre questi racconti sono caratterizzati dalla ''[[brevitas]]'', cioè dalla concisione sia qualitativa che quantitativa (trattano una sola azione, non citano né cosa è avvenuto prima né cosa avverrà in futuro, ci sono pochi personaggi e tutte le premesse aperte nell'introduzione sono risolte).