La grande nebbia: differenze tra le versioni

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Jordan lascia la casa in preda a sentimenti contrastanti: dovrebbe denunciare l'uomo, ma al contempo prova per lui comprensione e solidarietà. È lo stesso Harry ad autodenunciarsi. La sentenza sarà mite, ma, in un finale aperto, mentre le due donne lasciano l'aula del tribunale, resta sospeso l'interrogativo del giudice: " Credo che l'imputato abbia realmente amato entrambe queste donne. Forse non avrebbe potuto fare a meno di nessuna delle due. E ho la dolorosa impressione che ormai le abbia perse entrambe..."
 
==La regia==
 
'''La grande nebbia''' è l'unico dei suoi sei film di cui [[Ida Lupino]], una delle poche [[dive]] americane ad essere stata dietro la [[mdp]] (una "vera pioniera" secondo la definizione di [[Martin Scorsese]]), è anche [[interprete]]. Fu girato con un [[budget]] molto ridotto, causa la cattiva situazione finanziaria della [[The Filmmakers]],la [[casa produttrice]] fondata nel [[1949]] col secondo marito [[Collier Young]] - [[produttore]] del film e recente sposo dell'altra [[protagonista]], [[Joan Fontaine]] - che aveva dovuto accettare le severe condizioni poste dalla [[RKO]]. <ref>Renato Venturelli, "Ida Lupino", in "Dizionario dei registi del cinema mondiale", vol.II, Giulio Einaudi editore, Torino, 2005</ref>
 
Nei suoi film [[Ida Lupino]] metteva in discussione "...il ruolo passivo, puramente decorativo della donna nelle produzioni hollywoodiane." <ref>Martin Scorsese, "Tre ritratti in forma di omaggio. Ida Lupino, John Cassavetes, Glauber Rocha", Cahiers du Cinema, marzo 1996, pubblicato in Martin Scorsese, "Il bello del mio mestiere. Scritti sul cinema", Edizioni minimum fax, Roma, 2002 </ref> in questo '''La grande nebbia''', come per lo [[stupro]] di "[[La preda della belva]]", la violenza dei genitori in "[[Non abbandonarmi]]", la [[poliomelite]] della protagonista di "[[Never Fear]]", un [[trauma]] - nella forma della rivelazione della [[bigamia]] del marito - "...cala all'improvviso sulle protagoniste, <ref>Renato Venturelli, "L'età del noir", Giulio Einaudi editore, Torino, 2007</ref> sconvolgendo "...la loro vita ovattata e borghese...e costringendole ad affrontare dolore e disperazione". <ref>Martin Scorsese, cit., pag.77</ref>
 
Si trattava di temi decisamente "...senza precedenti nel cinema americano di allora, affrontati con "...chiarezza assoluta...con la stessa mescolanza di precisione e profonda compassione di cui aveva dato prova come attrice".<ref>Martin Scorsese, cit.</ref>
 
==Note==
<references/>
 
 
==Collegamenti esterni==