Neopitagorismo: differenze tra le versioni

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Importante l'apporto, per la conoscenza generica del tempo, della scuola neoplatonica di [[Giamblico]], che raccolse i "[[Versi aurei]]".
 
[[Leonardo da Vinci]] testimonia della esistenza, in [[epoca rinascimentale]], di pitagorici (definiti tali, non "neopitagorici") nella novella ''Bella risposta di un pitagorico''<ref>Di Leonardo da Vinci, ''Prose'', a cura di Luigi Negri, Unione tipografico-editrice torinese, 1928. ([http://books.google.it/books?ei=ENLJS8OUH5Oe_ga-1YXoBQ&ct=result&id=lMQGAQAAIAAJ&dq=Bella+risposta+di+un+pitagorico&q=%22Bella+risposta+di+un+pitagorico%22#search_anchor Google libri]) </ref>.
 
La differenza sostanziale fra il neo-pitagorismo (ed alche il neo-platonismo) e le antiche scuole pitagoriche, verteva soprattutto sul concetto di verità che, per i primi succedeva alla "rivelazione" - delle leggi di Dio agli uomini - per i secondi alla "emamazione" - di tutto il contenuto fisico naturale - che era sacralizzato e doveva essere, invece, ricercato e appreso attraverso lo strumento del numero, della figura geometrica, della logica dialettica, di una morale diversamente intesa.