Dopo Cristo: differenze tra le versioni

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Il sistema di datazione, sotteso alla citata locuzione e di cui viene fatto cenno nella precedente premessa, è particolarmente usato in tutti i testi di religione cristiana e nella quasi totalità dei testi storici occidentali ad iniziare da qualche secolo dopo la nascita del [[Cristo]]. Attualmente, per convenzione, è in uso in quasi tutti i [[Paesi del mondo]] tranne che in alcune nazioni fra cui la [[Cina]] ed i paesi [[arabi]].
 
Questo sistema di datazione, nonostante la sua diffusione, non è stato mai denominato e le ragioni di ciò non sono certe poichè non vi è mai stata una riflessione specifica. Sembrerebbe che tali ragioni debbano rintracciarsi nel fatto che la [[cristianesimo|cristianità]] non ne abbia mai avvertito l'esigenza probabilmente perché ebbe a definire le due singole fasi di questo sistema di datazione intendendole per diverso tempo come due distinti sistemi di datazione del secondo dei quali, costituendone il momento iniziale, faceva parte la nascita del [[Cristo]] pur se essa costituiva lo spartiacque tra i due sistemi. Va, anche, precisato che tale sistema temporale-computativo, complessivamente inteso quale insieme delle due fasi, è stato sempre lettoconsiderato solo sotto il profilo teologico e non anche sotto quello culturale, profilo che si è ormai imposto con lal'interazione sempre più organica tra le distinte globalizzazioneculture. Del resto, la valenza teologica del tempo è una concezione propria di tutte le [[cristianesimo|confessioni cristiane]] che hanno sempre proclamato che per mezzo ed in vista del [[Cristo]] è stato creato l'esistente come affermato da {{passo biblico2|Colossesi|1,16c}},<ref>"Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui." Si precisa che il pronome "lui" è riferito all'espressione "suo Figlio diletto", usata per indicare il [[Cristo]] nel precedente versetto 13 dove il soggetto è [[Dio Padre]] ed al quale si riferisce l'aggettivo "suo" presente nella precedente espressione.</ref> e che il [[Cristo]] incarnandosi abbia assunto la dimensione temporale-storica senza perdere la dimensione trans-storica,<ref>Cfr. Mircea Eliade, Mito e realtà, Borla, Roma 1985, 202-203.</ref> indipendentemente dalle considerazioni sulle sue due nature, con la conseguenza che la storia trova il suo apice in [[Cristo]] che diviene il centro del tempo per cui la nascita del [[Cristo]], prima sua manifestazione visibile in ordine cronologico, viene teologicamente considerata il ''il punto zero'' del computo del tempo.
 
Il già citato sistema di datazione viene suddiviso in due<ref>Comunemente è invalso l'uso di presentare il sopra citato sistema di datazione come composto da tre fasi temporali, le due descritte in voce ed una fase centrale costituita dalla menzionata nascita: tale suddivisione è obiettivamente semplice ed immediata ma non considera che la nascita del [[Cristo]], come di ogni essere vivente, è certamente un momento della storia di evidente brevissima durata che non può essere logicamente considerata una fase temporale. Ne consegue che la già menzionata nascita possa essere comprensibilmente intesa sia come facente parte di entrambe le fasi, sia come facente parte di una delle due fasi come, ad es., quando si fa menzione dell'[[cristianesimo|Era cristiana]] è evidente che la su menzionata nascita viene intesa quale parte ed inizio della fase finale del summenzionato sistema di datazione. Alla luce delle precedenti considerazioni, per sostenere la suddivisione in tre fasi del sopra menzionato sistema di datazione bisognerebbe fare ricorso al concetto di [[anno 0]] ma tale ricorso risulta problematico considerata la fondatezza della discussione sulla non esistenza dell'[[anno 0]].</ref>fasi il cui spartiacque è emblematicamente rappresentato dalla su citata nascita: