Teofilo (monaco): differenze tra le versioni

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Nel libro terzo la ricetta XX si indicano alcuni metodi per temprare il ferro arroventato o per ammorbidire il [[cristallo]] (sinonimo allora di [[diamante]]): alcune ricette prevedono l'uso a tali scopi dell'urina di caprone, alimentato per alcuni giorni solo a [[edera]], o dell'urina di una ragazzino dai capelli rossi, o del sangue caldo di caprone.
 
Questi riferimenti si trovano anche in ricette simili nella ''[[Mappae Clavicula]]'' e in ''[[Eraclio (ricettario)|Eraclio]]'', ma Teofilo si poteva essere avvalso anche di fonti più antiche, come [[Plinio il Vecchio]] ([[Naturalis historia]] XXXVII, 59) e accenni di [[Sant'Agostino]] e [[Isidoro da Siviglia]]. Anche [[Tito Livio]] riferisce come [[Annibale]] ordinasse di bagnare con [[aceto]] le pietre delle [[Alpi]] affinché fosse più facile aprire un varco: poi attraverso i passaggi e le sostituzioni tipiche della trasmisisonetrasmissione orale, si trovano analoghi passi su materiali organici ammorbidenti in tanti altri autori medievali, con riferimento all'aceto stesso, al latte di capra, all'urina fino al sangue di caprone stesso.
 
Va comunque detto che in Teofilo, oltre alla ricetta per ammorbidire il cristallo con sangue di caprone caldo, ne esiste anche una che consiglia molto semplicemente di arroventare lo scalpello prima di usarlo (II, 17): una dimostrazione quindi la coesistenza di diversi livelli di conoscenza e di influssi della tradizione orale e di quella pratica.