Amalasunta: differenze tra le versioni

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[[File:Isla Martana Lago Bolsena.jpg|thumb|300px|L'[[Isola Martana]] a [[Lago di Bolsena|Bolsena]], dove Amalasunta fu reclusa fino alla morte]]
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Alla morte del figlio, avvenuta il [[2 ottobre]] [[534]], Amalasunta divenne regina a tutti gli effetti e si associò al trono il cugino [[Teodato]], [[duca di Tuscia]], con l'intento di rafforzare la propria posizione. Teodato era infatti uno dei più influenti esponenti della nobiltà gota, ma anche educato alla greca e proprietario di grandi latifondi in Toscana, che aveva offerto a Giustiniano in cambio di proprietà e onori imperiali, tra i quali un posto in Senato. Teodato poteva essere un elemento di equilibrio nella politica perseguita da Amalasunta, rassicurando gli elementi goti all'interno e garantendo, all'esterno, i buoni rapporti con l'Impero d'Oriente.
 
Non sono chiari tutti gli aspetti del complesso gioco politico nel quale finì per cadere Amalasunta, e quale sia stato il ruolo di Giustiniano attraverso il suo ambasciatore Pietro che, secondo Procopio, avrebbe avuto contatti con Teodato prima e dopo la decisione di relegare la regina sull'[[isola Martana]], nel [[lago di Bolsena]] dove nel [[535]], forse il [[30 aprile]], fu strangolata da parenti di quei Goti che ella aveva ordinato di assassinare.
 
Giustiniano, che pure aveva riconosciuto la legittimità del regno di Teodato, prese a pretesto l'assassinio di Amalasunta per iniziare quella che sarebbe stata una [[Guerra gotica (535-553)|lunghissima guerra tra Goti e Bizantini]].